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Come prepararsi alla lettura di un libro secondo Italo Calvino

Come predisporsi alla lettura? Dove isolarsi? Quale posizione assumere? Ecco, i celebri consigli di Italo Calvino ai Lettori nell'incipit di "Se una notte d'inverno un viaggiatore"

Considerato uno dei più celebri incipit della letteratura italiana, quello di Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino racconta la magia della lettura, quel momento dove tutto intorno a noi comincia a svanire per farsi indistinto.

Così mentre i contorni del mondo reale si sfocano, inizia a delinearsi l’universo del libro, con le sue immagini vivide e i personaggi che prendono improvvisamente vita sulla pagina.

Ma perché la magia accada – Italo Calvino ci mette in guardia – dobbiamo allontanarci dal rumore della vita, dalla sua frenesia, e farci isole. Isole di silenzio e immaginazione, dove il possibile prende il sopravvento sul reale.

 

Riscopriamo questo classico della letteratura in occasione dell’anniversario del centeniario dalla nascita di Italo Calvino, nato a Cuba il 15 ottobre 1923.

Un libro di Italo Calvino dedicato al leggere

Comincia così questo strano romanzo di Italo Calvino che esce nell’estate del 1979. È composto da dieci inizi di romanzi, intervallati dai racconti dei protagonisti del libro, il Lettore e la Lettrice. È un libro dedicato al leggere, prima ancora che allo scrivere.

Che cosa ci racconta? Ci racconta il fatto che questi due personaggi stanno cercando un libro, ma questo libro non lo troveranno mai perché ogni volta che mettono mano al libro, troveranno sempre un altro libro che ricomincia da capo.

Un gioco di specchi

Quello di Italo Calvino è un romanzo di romanzi, un romanzo plurale e complesso, guidato dallo scrittore attraverso una sorta di mise en abyme, cioè uno specchio entro cui il libro stesso si riflette e noi lettori veniamo coinvolti direttamente nella vicenda. È un libro che cerca di abbracciare l’intera realtà dei generi: ci sono un romanzo erotico, un romanzo avventuroso, una spy story e così via.

Sono i romanzi che Italo Calvino probabilmente avrebbe voluto scrivere, ma non ha mai scritto. E’ un libro potenziale che contiene in potenza tutto ciò che Calvino ha già fatto e tutto ciò che Calvino avrebbe potuto fare. 

L’incipit di “Se una notte d’inverno un viaggiatore”

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo. Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla, di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso, dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvinol». O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.

Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.

Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Uria volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava così quando si era stanchi d’andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere eppure ora l’idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura.

Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul piano del tavolo, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì con le scarpe in una mano e il libro nell’altra.

Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa’ in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta’ attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d’interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c’è ancora? devi far pipì? Bene, saprai tu.

Non che t’aspetti qualcosa di particolare da questo libro in particolare. Sei uno che per principio non s’aspetta più niente da niente. Ci sono tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa d’esperienze straordinaria; dai libri, dalle persone, dai viaggi, dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in sebo. Tu no. Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Questa è la conclusione a cui sei arrivato, nella vita personale come nelle questioni generali e addirittura mondiali. E coi libri? Ecco, proprio perché lo hai escluso in ogni altro campo, credi che sia giusto concederti ancora questo piacere giovanile dell’aspettativa in un settore ben circoscritto come quello dei libri, dove può andarti male o andarti bene, ma il rischio della delusione non è grave.

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