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C’era una volta

Mi sembra adeguato iniziare questa avventura web con un incipit classico da fiaba. Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è sentito raccontare o ha letto una favola, e questo ci fa gioco per introdurre l’argomento di questo blog, che ha a che fare con la lettura e con l’effetto che la lettura ha sulla nostra psiche...

Mi sembra adeguato iniziare questa avventura web con un incipit classico da fiaba. Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è sentito raccontare o ha letto una favola, e questo ci fa gioco per introdurre l’argomento di questo blog, che ha a che fare con la lettura e con l’effetto che la lettura ha sulla nostra psiche.

Marcel Proust, nella sua opera Il tempo ritrovato, scriveva: “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”.

Vi propongo questo spazio come uno stimolo alla nostra sensibilità, come piccoli assaggi del percorso di crescita e di benessere psicologico che la lettura ci può fornire.

Parleremo di libri, non in termini di critica letteraria, ma di ricaduta individuale, emotiva, di senso personale e collettivo. Cercheremo, in termini più vicini alla mia professione di psicoterapeuta, di “fare anima”. Ma come? Perché? Che vuol dire? In che cosa consiste questo fare anima?

Nel cercare di dare al nostro inconscio nuovi stimoli, nuove ricchezze, nuove prospettive: useremo i libri, di tutti i generi, per interrogarci sul loro senso profondo, sull’effetto che ci fanno, sul messaggio che ci inviano.

Talvolta parleremo di un libro in particolare, talvolta andremo a parlare di quelle situazioni in cui la lettura può essere di aiuto per superare fasi particolari della nostra vita, piccole difficoltà.

Come mai chiamarla “libroterapia”? Non perché si rivolge a persone che dovrebbero necessariamente andare in “terapia”, visto che i percorsi di cui parliamo in realtà sono ottimi come empowerment, come momenti di crescita, utilissimi quindi anche a chi non sta vivendo situazioni da psicoterapia. La chiamiamo “libroterapia” collegandoci ad una affermazione di James Hillman:
“Nella misura in cui siamo impegnati a fare anima siamo tutti, ininterrottamente, in terapia”. Alzi la mano chi non ha mai vissuto un momento difficile, chi non si è mai commosso leggendo una storia che lo ha toccato, chi non ha sentito il bisogno di confrontarsi con l’altro, sia quello fuori di noi, sia quello dentro di noi.  Di questo ci occuperemo e parlo al plurale perché vorrei che non fosse, questo, uno spazio soltanto mio, ma anche di tutti coloro che vorranno dire la loro, commentare quanto scrivo, suggerire tematiche da affrontare e libri da esplorare con questa modalità. Kafka scriveva: “Di una cosa sono convinto: un libro deve essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi” La libroterapia solitamente si vive in contesti di gruppo, in cui tutti i partecipanti dopo aver letto lo stesso libro, si confrontano sui significati individuali che ognuno vi ha trovato. Usiamo il web per stare all’interno di un cerchio ideale, un gruppo i cui partecipanti pur vivendo molto lontani si incontrano e si confrontano qui. Prendiamo spunto da Cartesio che sosteneva “La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati”.

18 settembre 2013

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