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Dott.ssa Buzzi, “Il virus c’è ancora, è democratico e cammina con le nostre gambe”

Il neurologo presso IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma è tra le autrici di "Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia”, raccolta di racconti di medici sul virus

“Non dobbiamo credere che il problema sia risolto.Il virus è democratico e cammina con le nostre gambe. Sta al nostro cervello guidare i nostri comportamenti che devono essere di attenzione e precauzione.” E’ questo il monito della dott.ssa Maria Gabriella Buzzi, tra le autrici dell’opera “”Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia“. Il libro mette a nudo le debolezze, l’ironia, il coraggio, la paura, gli “affetti collaterali” vissuti dai medici e oggi raccontati per non essere dimenticati.

Libro benefico per conoscere meglio il virus

L’idea di questo libro è nata all’interno del gruppo Facebook per soli medici, gruppo che conta circa 100.000 iscritti. Qui lo scambio di idee, opinioni, pareri, pubblicazioni scientifiche, ha permesso che il dibattito portasse a scelte e discussioni di grande utilità per la gestione dei pazienti Covid in fasi più o meno critiche. Un libro dedicato “A chi ha perso la vita, a chi non dimentica, a chi non sarà più lo stesso”. I diritti d’autore saranno devoluti alle famiglie dei medici deceduti per Covid-19. 

 

Come è nato il gruppo facebook da cui ha origine tutto il progetto?

Il gruppo Facebook “Coronavirus, Sars-CoV-2 e Covid-19 gruppo per soli medici” nasce all’inizio della pandemia (Febbraio 2020) grazie ad una idea del Dott Camillo Il Grande (è il suo vero cognome) che ha voluto creare un luogo di discussione e di confronto per soli medici dedicato al nuovo virus ed alla patologia Covid-19 da esso indotta. Il gruppo già all’inizio di Marzo contava oltre 100.000 medici ed è stato, soprattutto nella fase 1, un grande spazio ove riversare domande, suggerimenti, proposte, protocolli.

Ma non solo, all’interno del gruppo si sono raccontati anche gli stati d’animo, la solitudine, la paura per sé e per gli altri, il timore di essere “vettori” del virus, la fragilità di chi da medico è diventato paziente ed ha raccontato le settimane di malattia accompagnate dalla paura di non farcela e di sentirsi inutile per gli altri.

Il 23 Aprile la Dottoressa Luisa Sodano, igienista/epidemiologa (curatrice del libro insieme al comitato editoriale) ha lanciato la proposta di raccontare la parte emozionale di quelle settimane proponendo di scrivere brevi racconti che potessero lasciare nella storia quegli aspetti più interiori che non si aveva il tempo di raccontare neanche a se stessi.

Cosa emerge dai racconti del gruppo, e quindi presenti nel libro?

Il libro si compone di racconti provenienti da varie parti d’Italia, anche se in maggior misura dalle zone più colpite, scritti da medici che si sono trovati “a mani nude” quando non erano disponibili i dispositivi di protezione, medici che cercavano in tutti i modi di arginare il contagio e la progressione di malattia, pur non avendo, almeno all’inizio, alcuna conoscenza del coronavirus e di Covid-19.

Vi sono i racconti di medici di medicina generale, del territorio che cercavano di tracciare e contenere i contagi, medici di specialità apparentemente meno coinvolte o operanti in ospedali non-Covid responsabili di gestire pazienti deprivati a lungo delle visite dei familiari (ad esempio in ospedali di riabilitazione), isolare e trasferire rapidamente pazienti sospetti e quindi imparare ed essere addestrati alla gestione di situazioni di rischio.

Emergono particolari o emozioni legate alla lotta al virus a cui la concitata cronaca di quel periodo non ha potuto lasciar spazio?

La fase 1 è stata una fase difficile e complessa per tutti. Gli operatori sanitari sono stato travolti e stravolti nelle loro attività quotidiane. Sono cambiate le mansioni, l’organizzazione dei reparti, i ritmi…. Ma tutto ciò che ne è derivato in termini di stato emotivo non poteva essere affidato alla cronaca perché a ciascuno mancava anche il tempo di parlare con se stesso, di affrontare le proprie paure e tensioni. Non doveva essere argomento di cronaca, per questo abbiamo ritenuto necessario che ne restasse traccia oltre la cronaca, nella storia.

Peraltro, il libro non propone alcuna polemica sulle difficoltà organizzative soprattutto delle prime settimane, ma propone gli stati d’animo che quelle condizioni determinavano. Aver raccontato le proprie emozioni oltre le attività sanitarie potrà contribuire a lasciare una testimonianza di quanto questo tempo unico ha cambiato la vita di tutti noi.

Qual è la situazione oggi dal vostro punto di vista?

La situazione attuale richiede attenzione. Non dobbiamo credere che il problema sia risolto. Sono migliorati i metodi di tracciamento e la velocità di identificare i casi contagiati. Sono migliorate le procedure di trattamento domiciliare ed ospedaliero. Questo certamente aiuta a ridurre contagiosità e gravità dei casi clinici.

E’ cronaca di questi giorni il rialzarsi dei contagiati dal virus. Quale messaggio vi sentite di dare in quanto medici in prima linea nei confronti di tale emergenza?

Non dobbiamo abbassare la guardia. Il virus è democratico e cammina con le nostre gambe. Sta al nostro cervello guidare i nostri comportamenti che devono essere di attenzione e precauzione.

Sabato 29 agosto alle ore 19,00  presso “l’Albergo LA VIGNA” la presentazione del libro a Procida. Interverranno gli autori  Maria Gabriella Buzzi e Stefano Rocco. Modera il dibattito il giornalista Pasquale Raicaldo. Letture di Rino Vacca.

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