Preghiera in gennaio è la canzone di Fabrizio De André dedicata a un altro genio della musica italiana, Luigi Tenco. Una preghiera rivolta a Dio affinché possa accogliere tra le sue braccia il cantante suicida.
Una canzone che all’epoca apriva un dibattito, in quanto il paradiso per i suicidati era tabù. Non è che le cose siano cambiate, ma di fatto la tolleranza da parte dell’opinione pubblica non è più così radicale.
Ci perdoni Fabrizio De André, non è assolutamente il suo pensiero, ma oggi questa canzone potrebbe diventare attuale se contestualizzata al tema dell’Eutanasia.
La sofferenza della malattia o l’artificialità di molti corpi costretti ad essere sostenuti dalle macchine, la conseguente scelta dell’auto-morte riaccende il valore simbolico di Preghiera in gennaio.
Qualsiasi siano le convinzioni in Italia e nel Mondo si afferma questo tipo di realtà e sarebbe assurdo pensare che il paradiso non possa accogliere chi ha conosciuto la sfortuna della malattia o dell’incidente nella vita terrena.
Dio di misericordia
Il tuo bel Paradiso L’hai fatto soprattutto Per chi non ha sorriso
Preghiera in gennaio, l’ispirazione di de André
Il testo di Preghiera in gennaio è ispirato alla poesia Prière pour aller au paradis avec le anes (Preghiera per andare in paradiso con gli asini) composta nei primi del ‘900 dal poeta francese Francis Jammes. Una vera e propria preghiera rivolta a Dio affinché anche possa ricevere in paradiso anche coloro rimasti vittime del suicidio.
Il rapporto tra Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco non era solo di stima, ma anche di amicizia. Sia dal punto di vista artistico che di appartenenza ideologica i due artisti mostravano delle similitudini. Tra l’altro i due avevano in cantiere di collaborare ad un progetto artistico che purtroppo non abbiamo potuto avere in dono.
L’ispirazione di Preghiera in gennaio avvenne per De Andrè sulla strada di ritorno da Sanremo per Genova. La notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, dopo l’eliminazione di un suo brano al 17° Festival di Sanremo, avvenne il suicidio di Luigi Tenco a Sanremo.
Appresa la notizia della morte di Tenco, De André accorse la notte stessa insieme alla moglie Enrica Rignon e Anna Paoli per rendere omaggio all’amico Luigi.
L’immagine di Tenco morto all’obitorio rimase impressa nella mente di De André e quell’idea dell’amico morto suicida ispirarono la magia delle parole contenute nel testo di Preghiera in gennaio.
Preghiera in gennaio, una canzone ricca di significato
Preghiera in gennaio fa parte dell’album “Volume 1” del 1967. La musica è composta da Fabrizio de André con la collaborazione di Giampiero Reverberi mentre il testo è dello stesso De André.
Una canzone piena di amore e di perdono. Una canzone che chiede misericordia, in pieno spirito Cristiano, per coloro che si sono suicidati.
Quando attraverserà
L’ultimo vecchio ponte Ai suicidi dirà Baciandoli alla fronte Venite in Paradiso Là dove vado anch’io Perché non c’è l’inferno Nel mondo del buon Dio
Proviamo ad immaginare cosa potevano rappresentare per il perbenismo della società italiana e cattolica dell’epoca le parole di De André. Questi esplicita pienamente il suo pensiero sollecitando i benpensanti a non dispiacersi se in cielo i suicidi possano stare in mezzo ai santi e a Dio stesso.
Una preghiera che rompeva un tabù riguardo al suicidio, che ancora oggi rimane aperto e continua a creare un acceso dibattito nell’opinione pubblica.
Signori benpensanti
Spero non vi dispiaccia Se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia Soffocherà il singhiozzo Di quelle labbra smorte Che all’odio e all’ignoranza Preferirono la morte
De André lo dice esplicitamente giustificando coloro che “all’odio e all’ignoranza preferiscono la morte”. Una canzone che oggi appare attuale se si pensa al tema dell’Eutanasia.
La Chiesa non ammette il suicidio ma De Andrè dice “l’inferno esiste solo per chi ne ha paura”. L’autore continua, affermando “Ascolta la sua voce che ormai canta nel vento, Dio di misericordia vedrai sarai contento”. Le parole di De André sono una richiesta a Dio di accogliere Tenco, e i suicidi in generale, in paradiso, lui che ormai morto canta nel vento.
E una canzone ricca di tristezza, del resto parla di morte. Ma, per chi scrive ciò che rimane è soltanto un immenso dono d’amore.
Preghiera in gennaio di Fabrizio De André
Lascia che sia fioritoSignore, il suo sentiero Quando a te la sua anima E al mondo la sua pelle Dovrà riconsegnare Quando verrà al tuo cielo Là dove in pieno giorno Risplendono le stelleQuando attraverseràL’ultimo vecchio ponte Ai suicidi dirà Baciandoli alla fronte Venite in Paradiso Là dove vado anch’io Perché non c’è l’inferno Nel mondo del buon DioFate che giunga a VoiCon le sue ossa stanche Seguito da migliaia Di quelle facce bianche Fate che a voi ritorni Fra i morti per oltraggio Che al cielo ed alla terra Mostrarono il coraggioSignori benpensantiSpero non vi dispiaccia Se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia Soffocherà il singhiozzo Di quelle labbra smorte Che all’odio e all’ignoranza Preferirono la morteDio di misericordiaIl tuo bel Paradiso L’hai fatto soprattutto Per chi non ha sorriso Per quelli che han vissuto Con la coscienza pura L’inferno esiste solo Per chi ne ha pauraMeglio di lui nessunoMai ti potrà indicare Gli errori di noi tutti Che puoi e vuoi salvareAscolta la sua voceChe ormai canta nel vento Dio di misericordia Vedrai, sarai contentoDio di misericordiaVedrai, sarai contentoFonte: LyricFind
Compositori: Fabrizio De Andre / Gian Piero ReverberiTesto di Preghiera in gennaio © Universal Music Publishing Group