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“Io sono l’altro”, l’inno all’empatia di Niccolò Fabi

"Io sono l'altro/Sono quello che spaventa/ Sono quello che ti dorme nella stanza accanto".
Oggi scopriamo "Io sono l'altro" di Niccolò Fabi, una toccante canzone che celebra la gentilezza e la comprensione del prossimo, perfetta da ascoltare in occasione della Giornata del rifugiato.

Tratto dall’album Tradizione e tradimento (2019), “Io sono l’altro” è una delle canzoni impegnate di Niccolò Fabi. Delicato e al tempo stesso potente, questo testo ci invita a riflettere sulle modalità attraverso cui guardiamo al mondo e al nostro prossimo, con particolare riguardo nei confronti di coloro che di solito ignoriamo, o rifiutiamo.

Una canzone perfetta da ascoltare in occasione della Giornata del Rifugiato, che si tiene ogni anno il 20 giugno per sensibilizzare la collettività e le istituzioni su un tema troppo spesso taciuto.

L’altro

Si può leggere in molti modi, “Io sono l’altro”. Si può passare dal singolare all’universale, pensando a quante volte non ci siamo immedesimati in chi avevamo di fronte, o al contrario, a quante volte gli altri non si sono immedesimati in noi e ci hanno ferito. Giudicare è sempre molto semplice, un’azione rapida e apparentemente indolore che ci fa quasi stare bene, perché attraverso il giudizio scarichiamo i nervi, i sensi di colpa, i rimpianti, i dolori.

Ma poi, in fondo, cosa ne sappiamo per poter giudicare o inveire contro il nostro prossimo? Anni fa circolava sul web un’immagine di una metro affollata, le persone tutte indifferenti le une alle altre, alcuni col viso corrucciato, altri felici e indifferenti, altri ancora scorbutici, dal volto antipatico. Poi, a guardare bene, si vedevano disegnate sui loro corpi le fatiche e le sofferenze che si portavano dietro, ben celate agli occhi altrui.

Ecco chi è l’altro. “Io sono l’altro”. L’altro siamo noi. E con questo bellissimo testo, Niccolò Fabi ha voluto lanciare un messaggio importante anche in ambito civile. Quei migranti che guardiamo da lontano al tg nazionale, quei rifugiati di cui non conosciamo né volti, né nomi, hanno storie, vissuti, sogni, paure, difetti e passioni proprio come noi. Siamo tutti diversi, ma poi mica tanto, alla fine.

“Io sono l’altro” di Niccolò Fabi

Io sono l’altro
Sono quello che spaventa
Sono quello che ti dorme nella stanza accanto.
Io sono l’altro
Puoi trovarmi nello specchio
La tua immagine riflessa, il contrario di te stesso.
Io sono l’altro
Sono l’ombra del tuo corpo
Sono l’ombra del tuo mondo
Quello che fa il lavoro sporco
Al tuo posto.

Sono quello che ti anticipa al parcheggio
E ti ritarda la partenza,
Il marito della donna di cui ti sei innamorato
Sono quello che hanno assunto quando ti hanno licenziato.
Quello che dorme sui cartoni alla stazione
Sono il nero sul barcone,
Sono quello che ti sembra più sereno
Perché è nato fortunato o solo perché ha vent’anni in meno.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti

Adesso facci un giro e poi mi dici.
E poi

Io sono il velo
Che copre il viso delle donne
Ogni scelta o posizione che non si comprende.
Io sono l’altro

Quello che il tuo stesso mare
Lo vede dalla riva opposta
Io sono tuo fratello, quello bello.

Sono il chirurgo che ti opera domani
Quello che guida mentre dormi
Quello che urla come un pazzo e ti sta seduto accanto
Il donatore che aspettavi per il tuo trapianto.
Sono il padre del bambino
Handicappato che sta in classe con tuo figlio
Il direttore della banca dove hai domandato un fido
Quello che è stato condannato
Il presidente del consiglio.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti
Adesso vacci a fare un giro
E poi mi dici.

E poi mi dici
Mi dici
Poi poi mi dici
Poi poi mi dici
Poi poi
Mi dici

Niccolò Fabi

Niccolò Fabi (16 maggio 1968) è un cantautore romano che proprio l’anno scorso ha festeggiato i 25 anni di attività. Ha esordito nel mondo della musica nel 1997 con “Capelli”, che vince il Premio della Critica nelle Nuove Proposte al Festival di Sanremo e segna il primo passo per la pubblicazione dell’album “Il Giardiniere”.

Da allora, Fabi ha firmato numerosi album, fra cui l’amatissimo “Novo mesto” che contiene “Costruire“, uno dei suoi più grandi successi, “Ecco” e “Una somma di piccole cose”, da cui è tratto “Vince chi molla”.

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