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Tempo e buoni propositi, un pensiero di Seneca per ripartire

Con il rientro a scuola e a lavoro, in tanti si prefiggono i celebri buoni propositi di inizio anno. Ecco una frase di Seneca che ci aiuta a comprendere quanto sia prezioso il nostro tempo e l'uso che ne facciamo ogni giorno.

Ritornare alla routine dopo le feste è sempre un momento di emozioni contrastanti: da un lato siamo un po’ malinconici all’idea che le feste si siano concluse e stia ritornando la quotidianità di ogni giorno; dall’altro siamo felici, soddisfatti, pronti a tuffarci nel nuovo anno carichi di energie nuove, buoni propositi e intenzioni ricche di significato.

E molti dei buoni propositi che ci prefissiamo per il nuovo anno hanno a che fare con il tempo. Perché si sa, è un grande cruccio di molti di noi il non riuscire a spendere come vorremmo il tempo che abbiamo a disposizione. Qualcuno promette a se stesso che si iscriverà in palestra, qualcun altro che troverà il tempo per leggere di più; altri si prefiggeranno di dedicare più momenti a se stessi o ai propri cari, e altri ancora si prefiggeranno di viaggiare di più.

In tutti questi casi, la parola-chiave è il tempo. Perciò, vogliamo augurarvi il buongiorno con una frase estratta dall’VIII lettera di Seneca a Lucilio, dedicata al tempo e alla sua importanza nelle nostre vite:

“Voi vivete come se doveste vivere sempre,
non pensate mai alla vostra fragilità,
non volete considerare
quanto del vostro tempo è già trascorso;
buttate via il tempo come se lo attingeste
da una fonte inesauribile:
mentre, forse, quel giorno che voi regalate
a una persona o a un affare, è l’ultimo per voi”.

Consapevoli della fugacità

L’idea che sta alla base del pensiero di Seneca è che il tempo sia prezioso. In effetti, lo diciamo tutti almeno una volta nella vita. Ma quanto ne siamo davvero consapevoli? Lo scrittore e filosofo latino ci insegna che il nostro rapporto con il tempo è legato alla concezione che abbiamo della nostra vita: spesso ci sentiamo immortali, senza limiti, come se dovessimo vivere per sempre. Così, non ci curiamo del tempo che passa senza che noi lo impieghiamo bene.

Oziamo, rimandiamo. Procrastiniamo un po’ per comodità, un po’ per paura. E alla fine, riempiamo il nostro passato di rimpianti, di desideri irrealizzati e di cose sognate e mai fatte. Seneca ci insegna a guardare alla vita con un atteggiamento diverso. Siamo fragili, e dobbiamo esserne consapevoli. Fra un mese, domani, fra un minuto, potremmo non esserci più. Perché sprecare il tempo che ci è stato concesso facendo cose che non ci rendono felici, o peggio, non facendo niente?

E allora, preparate la vostra lista di buoni propositi, riempitela di sogni, di piccoli passi per rendere la vostra vita più bella. Ma non dimenticate mai che il primo buon proposito da adottare perché la lista funzioni è quello di essere consapevoli della nostra fragilità, della fugacità del tempo. Soltanto così sapremo dare il giusto valore alle nostre giornate.

Il valore del tempo secondo Seneca

Voi vivete come se doveste vivere sempre,
non pensate mai alla vostra fragilità,
non volete considerare
quanto del vostro tempo è già trascorso;
buttate via il tempo come se lo attingeste
da una fonte inesauribile:
mentre, forse, quel giorno che voi regalate
a una persona o a un affare, è l’ultimo per voi.

Avete paura di tutto perché vi sapete mortali,
ma tutto bramate, come se foste immortali.
Molte volte si sente dire:
“A cinquant’anni mi ritirerò a vita privata,
coi sessanta abbandonerò ogni impegno”.
Ma chi ti garantisce che vivrai ancora?
Come puoi essere sicuro che tutto
andrà nel modo previsto?

E poi non ti vergogni di riservare a te
solo gli avanzi della tua vita,
di dedicare al tuo equilibrio interiore
solo il tempo che ormai non può
essere impiegato per nessuna attività?
E’ troppo tardi cominciare a vivere
quando ormai è ora di smettere”.

Le “Lettere a Lucilio

Le centoventiquattro lettere a Lucilio furono composte da Seneca dopo il ritiro dalla vita pubblica, probabilmente tra il 62 e il 65 d.C. Non si propongono come un’opera sistematica, ma come un insieme di spunti e riflessioni su temi diversi, cui l’autore si accosta spesso partendo da riflessioni su squarci di vita vissuta.

In queste pagine il grande filosofo scopre la propria dimensione intima e interiore, dominata dall’incertezza, in cui la serenità è l’approdo temporaneo di una mente inquieta che avvolta nel mistero delle cose cerca nella fermezza dello spirito un sostegno alla propria esistenza. Il tono resta sempre confidenziale e discorsivo, fruibile come una conversazione amichevole, perché come ebbe a dire lo stesso Seneca «la filosofia è un buon consiglio; e nessun consiglio si dà ad alta voce».

Seneca, uno dei padri dello stoicismo

Lucio Anneo Seneca, noto semplicemente come Seneca, è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano. Nato a Cordoba nel 4 a.C., Seneca è fra i principali esponenti dello stoicismo. Fu molto attivo nella vita pubblica, ricoprendo anche cariche di spessore, fra cui anche quelle di senatore e di questore nell’età giulio-claudia.

Condannato a morte da Caligola, ma graziato da Claudio, Seneca divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone. Dopo il cosiddetto “quinquennio felice” (54-59), in cui Nerone governò sotto la saggia guida di Seneca, l’imperatore e il maestro si allontanarono. Fu allora che Seneca decise di ritirarsi a vita privata, dedicandosi alla filosofia e alla scrittura. Accusato di aver partecipato alla Congiura dei Pisoni, Seneca fu infine costretto al suicidio. Morì il 19 aprile del 65 d.C.

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