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Una frase di Federico Garcìa Lorca sul valore della parola e della poesia

La poesia, questa meravigliosa arte che rende la nostra vita più leggera, più bella... La frase del giorno, un aforisma di Federico Garcìa Lorca, è dedicata proprio alla poesia.

La società di oggi sembra aver perso il valore delle parole, e in particolare di quelle capaci di esprimere sentimenti ed emozioni positive. Per questo, oggi vogliamo condividere una frase di  Federico Garcìa Lorca sul valore della poesia.

“La poesia non cerca seguaci, cerca amanti”

Il valore della poesia

Cosa sarebbe la nostra vita senza la poesia? Senza quella capacità che hanno i versi di esprimere, con poche, semplici parole, concetti complessi, emozioni universali?

Abbiamo bisogno di esprimere ciò che proviamo, in particolare le buone sensazioni che vogliamo trasmettere agli altri e alle persone a cui più teniamo. Per questo, è importante “amare”, come dice Garcia Lorca, quelle parole in versi che ci consentono di rendere più chiaro all’esterno ciò che stiamo provando.

Spesso la cronaca quotidiana ci fa dimenticare che la poesia è vita e la vita ha bisogno di poesia. Per questo dobbiamo accogliere l’invito senza tempo di Federico Garcia Lorca e amare la poesia ed tutti quei versi che ci consentono di esprimere il nostro pensiero, colpire gli altri, manifestare un’emozione, destare l’attenzione.

Un poeta senza tempo

Federico Garcia Lorca è tutt’oggi uno dei poeti più amati. Nato in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, Lorca si è sempre dimostrato un ragazzo prodigio. Tra le sue amicizie, in età giovanile, ricordiamo Pablo Neruda, Salvador Dalì e Luis Buñuel. Garcia lorca è stata una figura di spicco della cosiddetta generazione del ’27, un gruppo di scrittori che affrontò le avanguardie artistiche europee con risultati eccellenti, tanto che la prima metà del Novecento viene definita la “Edad de Plata” della letteratura spagnola.

Federico García Lorca

Federico García Lorca nasce a Fuente Vaqueros, in Andalusia, il 5 giugno 1898 da una famiglia agiata. Da giovane, trascorre un’infanzia spensierata sul piano intellettuale ma travagliata su quello fisico: Federico è molto cagionevole e si ammala spesso.

Studia a Granada, dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e passa poi a quella di lettere. In questo periodo, il giovane García Lorca si interessa soltanto alle lettere, all’arte e alla musica, sua grande passione sin da quando il padre gli ha fatto conoscere il pianoforte in tenera età.

Nel 1919, si trasferisce a Madrid per proseguire gli studi. Qui incontra intellettuali del calibro di Luis Buñuel e Salvador Dalí. A questo periodo risalgono le prime fatiche letterarie del giovane, che nel 1920 pubblica il “Libro des poemas” e mette in scena per la prima ed ultima volta “El maleficio de la maríposa”, un dramma teatrale che non ha il successo sperato.

L’età adulta è, per Federico García Lorca, un periodo fatto di alti e bassi. L’esperienza statunitense, a partire dal 1930, ridà linfa vitale all’esistenza del poeta: interfacciandosi con la società e la cultura d’oltreoceano, si rende conto della disparità che esiste nel mondo e matura la consapevolezza della necessità di un nuovo mondo, più giusto ed equo nei confronti di tutti.

Anche durante il periodo trascorso a Cuba, García Lorca riesce a vivere piuttosto serenamente. Le nuove amicizie e gli impegni letterari lo tengono occupato e gli fanno sentire meno il peso dell’esistenza.

Rientrato in Spagna nel 1930, il poeta intraprende il progetto del teatro popolare ambulante e continua a scrivere e pubblicare opere di successo. Nel 1936, poco prima dello scoppio della guerra civile spagnola, Garcia Lorca redige e firma, assieme a Rafael Alberti (altro esimio poeta) ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d’appoggio al Frente Popular, che appare sul giornale comunista Mundo Obrero il 15 febbraio, un giorno prima delle elezioni vinte per un soffio dalla sinistra.

Il 17 luglio 1936 scoppia l’insurrezione militare contro il governo della Repubblica: inizia la guerra civile spagnola. Il 19 agosto Federico García Lorca, che si era nascosto a Granada presso alcuni amici, viene trovato, rapito e portato a Viznar, dove a pochi passi da una fontana conosciuta come la Fontana delle Lacrime, viene brutalmente assassinato senza alcun processo.

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