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Una frase di Lucio Anneo Seneca sulla speranza per vincere la paura

Dalle Lettere a Lucillio di Seneca, una frase sul valore della speranza, che, ancora oggi, assume una forte valenza.

Mantenere la speranza nonostante la paura. La frase di oggi è tratta da “Le Epistulae morales ad Lucilium“, una raccolta di 124 lettere scritte al termine della sua vita da Lucio Anneo Seneca, nato il 21 maggio 4 A.C.. Si tratta di una citazione del celebre filosofo e drammaturgo latino che, ancora oggi, assume una forte valenza.

Soppesa, quindi, speranza e paura, e quando tutto sarà incerto, favorisci te stesso: credi a ciò che preferisci. Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza e metti fine alla tua angoscia; considera che la maggior parte degli uomini si arrovella e si agita, sebbene non vi siano mali presenti né certezza di mali futuri. Nessuno, infatti, resiste a se stesso quando ha cominciato ad essere inquieto e non riconduce i suoi timori alla realtà; nessuno dice: «Mente chi sostiene questo, mente: o se l’è inventato o crede a dicerie.» Ci lasciamo trasportare dal vento; paventiamo l’incerto come se fosse certo; non abbiamo il senso della misura, subito un dubbio si trasforma in timore.

La speranza per combattere la paura

Il timore, il dubbio, è insito nell’animo umano. Dall’alto della sua saggezza, Seneca invita alla speranza per porre fine allo stato di angoscia. Speranza e paura sono i due opposti della stessa bilancia: sta a noi dare il giusto peso e orientare l’ago della bilancia da un lato o dall’altro.

Spesso, fa notare Seneca, la maggior parte delle persone si agita senza una ragione valida, senza che ci siamo “mali presenti o futuri”. Per questo, è importante non lasciarsi trasportare dal vento, “non perdersi in un bicchiere d’acqua” come dice un noto proverbio. Un dubbio non può essere un timore certo, quindi, nel dubbio appunto, sempre meglio essere positivi e scegliere, come suggerisce Seneca, la speranza.

Viviamo oggi in un mondo caratterizzato da incertezze e paure, un’instabilità che riguarda soprattutto le nuove generazioni; spetta agli adulti inculcare in loro il seme della speranza, trasmettendogli la capacità di resistere, di sopportare le frustrazioni, di prendersi cura di sé e degli altri.

Occorre trasmettere la speranza nei giovani che quello che ora non si ha lo si può attendere. In questa attesa, che chiede pazienza e resilienza, ognuno può analizzarsi e capire le proprie capacità, i propri punti di forza, in modo da comprendere, se la tempesta ci sarà, come combatterla, sempre spinti dal sentimento di speranza, alla base per costruire un futuro migliore per se e per gli altri.

Seneca, uno dei padri dello stoicismo 

Lucio Anneo Seneca, noto semplicemente come Seneca, è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano. Fra i principali esponenti dello stoicismo, Seneca fu molto attivo nella vita pubblica, ricoprendo anche il ruolo di questore. Condannato a morte da Caligola, ma graziato da Claudio, divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone.

Dopo il cosiddetto “quinquennio felice” (54-59), in cui Nerone governò sotto la saggia guida di Seneca, l’imperatore e il maestro si allontanarono. Fu allora che Seneca decise di ritirarsi a vita privata, dedicandosi alla filosofia. Accusato di aver partecipato alla Congiura dei Pisoni, Seneca fu infine costretto al suicido.

Lettere a Lucillio

Le Lettere a Lucilio, scritte fra il 62 d.C., dopo il ritiro dall’attività politica ed il 64 d.C., anno della morte, sono un epistolario letterario raccolto in venti libri.I n questa pagine il filosofo scopre la propria dimensione intima e interiore, dominata dall’incertezza. Il tono resta sempre confidenziale e discorsivo, fruibile come una conversazione amichevole, perché come ebbe a dire lo stesso Seneca «la filosofia è un buon consiglio; e nessun consiglio si dà ad alta voce».

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