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Una frase di Oriana Fallaci sulla responsabilità morale e l’impegno civile

Scopri questa celebre frase di Oriana Fallaci, che piena di ferace orgoglio ci ricorda l'importanza di non tacere davanti ai soprusi.

La frase di Oriana Fallaci tratta dal libro “La rabbia e l’orgoglio” è una dichiarazione potente e incisiva che sintetizza l’etica dell’impegno e della responsabilità individuale in un contesto di crisi. Oriana Fallaci, nota per il suo coraggio giornalistico e la sua voce forte e determinata, mette in luce una verità fondamentale: ci sono circostanze nella vita in cui rimanere in silenzio di fronte all’ingiustizia o alla sofferenza diventa non solo un errore morale, ma una vera e propria colpa.

“Ma vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”

L’importanza dell’impegno civile secondo Oriana Fallaci

Oriana Fallaci, con queste parole, sottolinea il concetto di dovere civile, una responsabilità che va oltre l’interesse personale e si estende alla società nel suo complesso. Quando ci si trova di fronte a situazioni in cui le libertà fondamentali sono minacciate, in cui le ingiustizie proliferano, o in cui la verità viene distorta, tacere equivale a diventare complici di quella stessa ingiustizia. Parlare, allora, diventa non solo un diritto, ma un dovere. Questo obbligo morale non è solo una questione di opinione o di preferenza personale: si tratta di un imperativo che chiama ciascuno di noi a rispondere a una chiamata etica più grande, una chiamata a difendere la dignità umana e la giustizia.

Oriana Fallaci ci invita a considerare il parlare come una forma di impegno attivo nella vita pubblica. Nel suo pensiero, la voce è uno strumento di azione, capace di scardinare le menzogne, di sfidare i poteri ingiusti, di far emergere ciò che viene nascosto. Tacere, in questo contesto, non è semplicemente una scelta neutrale, ma una resa, una sottomissione a forze che vogliono mantenere lo status quo.

Il concetto di sfida morale espresso da Fallaci è strettamente collegato alla questione dell’integrità personale. Parlare quando è necessario implica una presa di posizione che spesso può risultare scomoda o impopolare. Essere fedeli alla propria coscienza, anche quando questo comporta il rischio di perdere favori, prestigio o addirittura la sicurezza personale, è una sfida che pochi sono disposti ad affrontare. Tuttavia, per Fallaci, il valore della parola e della verità supera qualsiasi costo.

Questa sfida morale è particolarmente rilevante in tempi di crisi, quando le verità scomode vengono sepolte sotto montagne di propaganda o indifferenza. In tali momenti, la capacità di parlare con chiarezza e fermezza diventa una virtù rara e preziosa. Oriana Fallaci stessa ha incarnato questo ideale nel corso della sua vita, affrontando senza paura governi oppressivi, dittature e istituzioni potenti che avrebbero voluto metterla a tacere. Per lei, la verità era una causa così importante da meritare qualsiasi rischio.

Un atto di resistenza

Nella frase citata, Oriana Fallaci fa riferimento a un concetto filosofico importante, quello di imperativo categorico, che è stato formulato dal filosofo tedesco Immanuel Kant. L’imperativo categorico è una norma morale che è assoluta e incondizionata: in altre parole, ci sono azioni che devono essere compiute indipendentemente dalle circostanze o dalle conseguenze. Parlare di fronte all’ingiustizia, per Fallaci, è proprio uno di questi imperativi. Non è una questione di convenienza o di opportunità, ma una responsabilità morale dalla quale non ci si può sottrarre.

Questo concetto assume un peso particolare nel contesto politico e sociale del nostro tempo. In un mondo in cui spesso prevale l’apatia o la paura di prendere posizione, la voce di Oriana Fallaci ci ricorda che esistono valori non negoziabili. Ci sono momenti in cui la sola cosa giusta da fare è parlare, anche se le parole possono avere un costo elevato. Anche se il mondo sembra andare controcorrente, anche se il silenzio appare come una scelta più facile, c’è una forza intrinseca nella verità che alla fine non può essere soppressa.

Parlare, nel contesto delineato da Fallaci, diventa quindi un atto di resistenza. Resistenza contro l’omertà, contro la manipolazione, contro la tentazione di chiudere gli occhi di fronte al dolore e all’ingiustizia. Questo richiamo al dovere di parlare non è solo per i grandi leader o gli intellettuali, ma è un invito rivolto a tutti: ognuno di noi, nel proprio piccolo, ha la responsabilità di non tacere di fronte al male. Che si tratti di denunciare un’ingiustizia sul posto di lavoro, di alzare la voce contro discriminazioni o di sostenere chi è meno fortunato, ogni voce ha il potere di fare la differenza.

In conclusione, la frase di Oriana Fallaci tratta da “La rabbia e l’orgoglio” è un appello a riconoscere la nostra responsabilità morale nei momenti cruciali della vita. In questi momenti, il silenzio non è un’opzione, ma un tradimento della giustizia e della verità. Parlare diventa un imperativo categorico, un atto di coraggio e resistenza che non possiamo permetterci di ignorare.

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