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Il Bataclan, il teatro simbolo di una generazione

Il teatro Bataclan, colpito durante l'attentato di venerdì scorso, è il simbolo di una generazione cosmopolita e tollerante temuta dagli integralisti islamici

MILANO – Il Bataclan è uno storico locale situato nel cuore di Parigi e il simbolo della tragedia che ha ferito il 13 novembre scorso la Francia e l’Occidente. Il Bataclan, infatti, è stato il luogo più colpito dalla serie di attentati terroristici realizzati dall’Isis che intendeva condannare uno degli spazi più rappresentativi dello stile di vita occidentale.

LE ORIGINI – Fondato nel 1864 come sala da cafe-concert, l’architetto responsabile Charles Duval s’ispirò per la sua struttura all’architettura cinese. Inaugurato nel 1865, è uno dei punti di riferimento per gli eventi e gli spettacoli della capitale francese. Nato come teatro, è diventato un cinema, un auditorium ed ora una sala concerti. Il Ba- ta-clan, riprendendo l’opera di Offenbach, nel corso degli anni ha subito vari interventi, soprattutto dopo l’incendio del 1933.

LA STRUTTURA – Il palazzo ha una sala con una capienza di 1.500 posti circa e si trova al civico 50 in boulevard Voltaire, nel centralissimo XI arrondissement. All’interno della struttura troviamo al piano terra il caffè e il teatro mentre al piano superiore c’è un’ampia sala da ballo. Solo nel 1991 il Bataclan è stato annoverato ufficialmente come monumento storico di Parigi.

LA TRAGEDIA – Venerdì scorso durante un concerto della band americana Eagles of Death Metal, il Bataclan si è trasformato in uno dei teatri della tragedia parigina. Il Bataclan aveva registrato il sold out ed è stato attaccato dai terroristi dell’Isis che hanno occupato l’edificio uccidendo e sequestrando delle persone. L’attacco si è concluso con il blitz della polizia con un bilancio, purtroppo ancora provvisorio, di 90 morti, tra cui Valeria Solesin, la giovane veneziana che studiava alla Sorbona.

LA GENERAZIONE BATACLAN – In questi giorni si parla di generazione Bataclan per indicare i giovani uccisi nell’attentato parigino. Non solo quelli rimasti colpiti all’interno del teatro ma anche quelli che stavano passeggiando per strada, cenando al ristorante o andando allo stadio. Quel target di persone che gli attentatori volevano ferire: giovani, attivi, cosmopoliti, aperti, preparati, una descrizione che però non collima con il prototipo ideale dell’Isis. Giovani considerati pericolosi per la loro voglia di integrarsi, di scoprire e di amare la vita anche per i suoi divertimenti.

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