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Caspar David Friedrich, il pittore Romantico per eccellenza

Il 5 settembre del 1774 a Greifswald in Germania nasceva Caspar David Friedrich, pittore tedesco, esponente dell'arte romantica. Considerato tra i principali rappresentanti del ''paesaggio simbolico'', basava la sua pittura su un'attenta osservazione...

Uno dice Friedrich e pensa subito al ”Viandante sul mare di nebbia”, opera emblematica del Romanticismo in pittura. Oggi il mondo dell’arte ne ricorda la nascita, avvenuta il 5 settembre 1774. Prigioniero di una profonda malinconia risalente agli anni della sua infanzia e fanciullezza, funestati da varie morti nell’ambito familiare, Friedrich colma con la pittura, la necessità di esprimere la propria inquietudine interiore e la consapevolezza della presenza della morte nelle cose umane e naturali

MILANO – Il 5 settembre del 1774 a Greifswald in Germania nasceva Caspar David Friedrich, pittore tedesco, esponente dell’arte romantica. Considerato tra i principali rappresentanti del ”paesaggio simbolico”, basava la sua pittura su un’attenta osservazione dei paesaggi e soprattutto dei loro effetti di luce; permeandoli di umori romantici. Friedrich considerava il paesaggio naturale un’opera divina e le sue raffigurazioni ritraevano sempre momenti particolari come l’alba, il tramonto o frangenti di una tempesta.

GLI ESORDI – L’infanzia di Caspar fu sicuramente molto difficile e tragica, segnata da varie morti che colpirono la sua famiglia: dapprima la madre, poi una sorella, un fratello, e infine un’altra sorella (Friedrich aveva inizialmente 9 fratelli). Insieme a queste circostanze e alle giovanili letture romantiche, si fa risalire la singolare malinconia del pittore. Prende lezioni di disegno e prestissimo si diletta in dipinti ad acquarello di parchi e pittoreschi giardini all’inglese e di molti autoritratti e ritratti di familiari a penna o a matita. Dopo un breve soggiorno a Berlino, nell’ottobre 1798 si stabilisce a Dresda, sede di una celebre pinacoteca, dove trascorre intere giornate ad ammirare le opere di Jacob van Ruisdael, Nicolas Poussin e Gaspard Dughet.

GLI ANNI DEL SUCCESSO – Dopo numerose opere, nel 1809 termina il “Monaco in riva al mare”, che modifica l’anno dopo, mutandolo in un notturno, con la falce lunare e la stella mattutina ed eliminando le immagini di due navi. Dello stesso anno è anche “L’Abbazia nel querceto”: entrambi i dipinti vengono acquistati dal re Federico Guglielmo III di Prussia; e a novembre muore suo padre. Il 18 settembre 1810 Friedrich riceve la visita di Goethe nel suo studio: il poeta annota nel suo diario la forte impressione ricevuta dal “Monaco sulla spiaggia” e dall’”Abbazia nel querceto”; è da una poesia di Goethe, il “Lamento del pastore”, che Friedrich trae ispirazione per il suo “Paesaggio con arcobaleno”, scomparso nel 1945; dove l’arcobaleno simboleggia la conciliazione con Dio. Nel 1818, un anno di notevole incremento della sua attività artistica, Caspar crea due notissimi dipinti: il “Viandante sul mare di nebbia” e “Le bianche scogliere di Rügen”. Il dipinto del Viandante, al di là di ogni svelamento simbolico-religioso, può essere inteso come il manifesto di tutto il primo Romanticismo: l’uomo solo, con i suoi errori, i suoi dubbi e le sue certezze, posto di fronte alla natura, al mondo, all’infinito.

LA MALATTIA E LA MORTE – Il 19 gennaio 1824 Friedrich viene nominato professore dell’Accademia di Dresda, pur non insegnandovi mai. Intanto l’artista manifesta i primi sintomi di una malattia la cui precisa natura è rimasta sconosciuta, dal carattere paranoico-ossessivo. Dipinge tuttavia alcuni dei suoi quadri più noti, come “Il mare di ghiaccio”, ora ad Amburgo, che espone a Praga, a Dresda, ad Amburgo e a Berlino. Nel Polo, dove si annulla il succedersi dei giorni e delle stagioni, tutto è eterno e quest’eternità di ghiaccio, dove la nave, simbolo della stagione della vita umana, è imprigionata, non può sfuggire a quell’eternità che è la stessa di Dio. Friedrich muore il 7 maggio e viene sepolto nel cimitero della Trinità di Dresda.

LO STILE – I suoi dipinti, in cui si scorge un’attenzione maniacale ai dettagli, sono in rottura con le regole del tempo, prevedono due soli piani (e non più tre): al primo piano succede immediatamente lo sfondo, che così appare talmente lontano da sembrare irraggiungibile e infinito. Di qui, l’estraniamento della visione, che si perde in lontananze che non riesce ad afferrare, a dominare, spesso a comprendere. Nei dipinti di Friedrich massima è l’espressione del sublime, del misterioso, dello sconosciuto, basati sempre sulla vita dei sentimenti, sul rapporto uomo-natura, sulla solitudine individuale e la comunione dell’universo. La grandezza di Friedrich sta proprio nella capacità di unificare i due fattori opposti, di creare un organismo in cui essi convivono e anzi vivono, uno nell’altro, senza più nessuna possibilità di distacco, nella totalità espressa da ognuna delle sue opere. È l’equilibrio che si realizza nella Stimmung, lo stato di grazia, in quello stato in cui l’anima si trova in una situazione armonica e partecipa all’armonia del mondo.

5 settembre 2014

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