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Lettera di Vanessa Bosco alla madre

Cara mamma,

sono 5 anni che non ci parliamo ma stavolta non per nostra scelta. Qualcosa di più grande delle nostre possibilità ci ha investito impedendo di portare a termine il nostro riavvicinamento.

Quando te ne sei andata non riuscivo a darmi pace, sentivo di non aver avuto abbastanza tempo per rimediare e di averne sprecato tanto in passato a litigare.

Non ti ho mai capita, non ho mai capito quanto tu mi amassi e quanto per te fosse difficile correggere le mie scelte che portavano ai tuoi stessi sbagli. Sbagli che volevi risparmiarmi talmente tanto che hai provato a custodirmi dentro una scatola passandomi i bigliettini di suggerimento, come se la vita fosse un compito. Ma la vita invece è un’avventura, un gioco qualche volta cattivo e amaro che si arricchisce solo delle nostre esperienze e con quelle di nessun altro, neanche chi ci ama riesce a risparmiarci i muri in piena faccia.

Quando ti sei ammalata e non me l’hai detto è stato il tuo ennesimo tentativo di proteggermi, ma sei umana e anche se la tua lotta è stata degna della tua forza e della persona fantastica che sei, quel mostro dentro di te ti ha portato via ugualmente.

Ora sono sposata con Marco, è una persona fantastica che si prende cura delle mie debolezze, le custodisce tra le sue mani e non me le scaraventa addosso annientandomi.
Lo ameresti, come lo amo io.

Hai anche una nipotina alla quale ho dato il tuo nome, che la amo così tanto che solo ora capisco l’amore di una madre. Il tuo.
E’ così piccola e indifesa nella sua culla che ho paura che tutto ciò che la sfiori possa ferirla.

Le racconterò di noi, le racconterò dei nostri sbagli, del tempo d’oro perso. Nessuno potrà restituircelo ma come ti dissi quell’ultima volta in ospedale, nonostante io abbia capito tardi cosa poteva farmi male e cosa bene, ora l’ho capito, e questo solo grazie a te.

Ti ho portato dei girasolo oggi, mi ricordano te che inseguivi sempre il sole, persino quando passeggiavi. Mi manchi.

Tua figlia.

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