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Lettera di Martina C.

Caro Vecchietto

Ti ricordi di me? Ti ho sempre chiamato così nonostante avessimo solo sette mesi di differenza. È passato un anno e un mese da quando ho deciso di lasciarti libero, e solo ora mi rendo conto di non averti mai chiesto cosa ne pensassi tu. Caparbia come sempre mi sono imposta, ti ho detto ciò che pensavo e tu l’hai accettato, si, ma qual era il tuo punto di vista? La pensavi come me e non hai detto niente per semplificare le cose? Oppure ti ho strappato il cuore in decine di pezzi e non hai avuto la forza di dirmelo? Sono troppo codarda per chiedertelo ora, e farlo sarebbe puro egoismo. Ma io ho bisogno di te. Ho bisogno del sostegno emotivo che mi davi, ho bisogno di sentire la tua voce. Tu, che mi chiamavi quando stavo male. Che eri disposto a fare 40 km solo per vedermi. Che a volte eri così dolce da spiazzarmi, perché io non sono così. Spesso mi manchi così tanto che fa male, le tue stupidate, le tue incertezze, il tuo essere infantile, tutto.

Prendevi la vita alla leggera, e così facendo alleggerivi anche me, che prendo sempre tutto sul serio.
Siamo troppo giovani per avere avuto la possibilità di condividere un concerto dei Beatles, ma se avessi una macchina del tempo è te che porterei con me, questo ci accomunava più di tutto, la musica

Sogno ancora di vederti su un palco a dedicarmi una canzone, anche se probabilmente ormai parlerebbe d’odio.
Conoscevo alcuni tuoi amici prima di conoscere te ma ormai non mi salutano più, questo mi spinge a pensare di averti ferito davvero tanto, ma ti sarei stata grata se avessi deciso di parlarmene, io ho la “sindrome dell’eroe” ricordi? Mi piace aiutare gli altri, e anche se la causa dei tuoi mali fui io sono sicura che in un modo o nell’ altro sarei riuscita a toglierti quel peso che ti gravava sullo stomaco, e ad addossarmene la colpa, perché infondo la colpa è solo la mia. Non sono in grado di fidarmi totalmente delle persone, ci provo ma alla fine mi sembra sempre di essere tradita anche se so che non è così, e mollo.

Sei stato il primo che mi abbia mai fatta sentire amata, e te ne sono grata, ma a volte credo di essere nata per non poter amare, per annoiarmi delle persone dopo appena qualche mese…
Non ti sento da sei mesi, starai aspettando che ti scriva io, ma non riesco a farlo, non ci sono mai riuscita.

Tua T.

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