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Lettera di Lisa Calocchio alla figlia

Caro tesoro,
non so se rivolgermi a te come fossi un sogno, un’ambizione o un desiderio che si sta per realizzare.
Ti sei rivelato con la forza di un uragano e misuri solo sette millimetri.
In quel “fagiolino” che vedevo nello schermo bianco e nero c’era già un cuore che batteva.
La forza della vita.
Mi hai tolto il respiro, non mi sembrava possibile. Mi avevano detto che sarebbe stato altamente improbabile, a causa della malattia che per anni mi aveva ossessionata (spero di potertelo spiegare un giorno che cos’è l’anoressia, brutta compagna di “non vita”).
E ora tu sconvolgi tutte le previsioni, abbatti le statistiche, ti imponi su tutto. Sei minuscolo ma già cosi forte.
Allora, ti prego, non andartene.
Sii vita nella mia vita.
E tutto cambierà.
Con l’infinito amore che può esprimere una futura mamma.

Lisa

p.s. Questa è la lettera che ho scritto con carta e penna a mia figlia Matilde, che oggi ha dodici anni, affinché la possa conservare e leggere in qualsiasi momento della sua vita.
Io sono definitivamente guarita, spiazzando medici e previsioni.

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