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Lettera d’amore di Silvia Rachele Fallica

Amore,
mi chiedi di ricordarti parole, pensieri… che dimentichi, inghiottite nel vortice della tua esistenza…

Inizio da qui, da una lettera, inviata questa estate, scritta di rabbia, con le lacrime agli occhi e la grafia incerta.
Scritta ma soprattutto urlata.

Scritta una delle volte in cui sminuivi i miei sentimenti e mi inducevi a credere che ciò che provavo era il risultato della terapia, dell’influenza del tuo ruolo su di me…

Una delle tante volte in cui mettevi in dubbio il mio amore… perché non riuscivi a credere, ad accettare, che potessi desiderarti già così tanto…
Avevo scritto che i miei sentimenti, puri e sinceri, sopravvivevano nonostante la certezza che una relazione con te avrebbe distrutto il mio mondo, le mie relazioni.

Eppure, mentre scrivevo, sapevo già di essere cambiata, che comunque avrei demolito tutto se solo mi avessi dato un segno positivo, se solo avessi ricambiato un mio bacio, se solo avessi detto di amarmi.

Sapevo già cosa avrei distrutto
e non mi sono fermata.
Non mi sono fermata in tempo.

Ho voluto essere felice.
Ho voluto te.
Voglio te.
Finché anche tu lo vorrai.
E non mi fermo, non voglio.

Ti avverto adesso, in tempo perché tu possa scappare da me: non posso fermarmi.
Se hai paura, se non hai coraggio di affiancarmi, lasciami adesso,
perché io non voglio lasciarti e non ho intenzione di vivere senza te.
Perché ho voglia di te.

Qualsiasi cosa succeda, l’affronterò, senza rinunciare ad essere felice.
È più forte della paura che sento, questo amore.

Nonostante la paura sia mia compagna da oggi e tutto crolli intorno a me,
sto in bilico sul miraggio della mia vita familiare.

Dall’altro lato del burrone ci sei tu… che mi sorridi, ed io ti amo.

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