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“Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso”, la mostra sull’universo femminile

"Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso" sarà visitabile fino al prossimo 11 dicembre presso i locali dei Musei Civici di Domodossola. Un'occasione imperdibile per guardare ai celebri artisti e al modo in cui hanno rappresentato la figura femminile nelle loro opere.

“Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso” è un’ottima occasione per guardare alle opere d’arte di autori del calibro di Boldini, Sironi e Picasso con una prospettiva diversa, nuova. L’esposizione, visitabile fino al prossimo 11 dicembre, è ospitata dalle sale dei Musei Civici Gian Giacomo Galletti presso il Palazzo San Francesco di Domodossola, e vuole testimoniare la presenza e il ruolo della figura femminile nel periodo di attività dei grandi artisti in mostra.

Andiamo subito a scoprire di più su “Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso”. 

“Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso”

Intellettuali, lavoratrici, giovani madri, ora avvolte in tulle e crinoline, ora spoglie di orpelli, in preda alla malinconia. Sono espressioni diverse di donne, le cui immagini diventano testimonianza dei tempi che evolvono e del mutare del gusto estetico.

“Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso”, a cura di Antonio D’Amico e Federico Troletti, allestita presso i Musei Civici Gian Giacomo Galletti al Palazzo San Francesco di Domodossola ripercorre l’evoluzione della figura femminile tra la fine dell’Ottocento e gli albori del Novecento, negli anni in cui la società e l’arte si proiettano verso i tempi moderni.

Quello di “Nel segno delle donne” è un percorso vario, denso di accostamenti. Con oltre 60 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, abiti e macchine fotografiche d’epoca, la mostra si dipana da alcuni capolavori di Giovanni Boldini, dominati dalle eleganti femmes fatales avvolte da abiti sontuosi, alla donna dipinta da Zandomeneghi, tra fiori, specchi e pigrizia, per poi abbracciare le figure arcaiche di Massimo Campigli, i volti di Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Vittorio Amedeo Corcos, Pellizza da Volpedo, fino a raggiungere le figure femminili di Sironi, Modigliani, Picasso.

Le opere e gli oggetti in mostra dialogano tra loro attraverso una serie di accostamenti che indagano le interconnessioni tra le molteplici manifestazioni della modernità. Al centro della ricerca, accanto alla figura della donna e alla sua evoluzione nel tempo, la mostra pone la città di Domodossola che in quei decenni era più che mai viva protagonista dei tempi.

Domodossola, protagonista della mostra

Nel 1906 veniva infatti inaugurato il traforo del Sempione che apriva una via di comunicazione diretta con la Francia, consentendo al vivace clima internazionale della capitale della Belle Époque di raggiungere la città.

Qui il Teatro Galletti ospitava il cinematografo e rappresentazioni di prosa e operistiche che attraevano pubblico dall’intera zona del lago Maggiore dove soggiornava la Marchesa Casati e dove si incontravano, tra gli altri, Umberto Boccioni, Arturo Toscanini, Daniele Ranzoni e Paolo Troubetzkoy, che rafforzano la connessione tra la città e le moderne capitali d’Europa.

Dopo oltre quattro mesi di restauri sarà esposto in mostra l’originale sipario dipinto nel 1882 dall’ossolano Bernardino Bonardi, con la raffigurazione della Piazza Mercato, scene quotidiane e personaggi abbigliati nei costumi tradizionali delle valli dell’Ossola. La Domodossola del primo Novecento rivive anche grazie alle parole di Giovanni Pascoli, del quale sono esposti alcuni scritti autografi.

I cambiamenti del gusto e della sensibilità in una società che passa dal lento andamento della vita in campagna alla città, specchio di innovazione e modernità, emergono dal grande “racconto” di Leonardo Dudrevuille di proprietà della Fondazione Cariplo, o nello struggente saluto di una madre alla figlia immortalato da Italo Nunes Vais, per esplodere nella visione cubista di Picasso.

La moda, segno dei tempi e del divenire

Il percorso della mostra “Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso” offre particolare enfasi alla moda concedendo ai visitatori la possibilità di ammirare il sontuoso mantello a strascico indossato dalla regina Margherita, esposto in un allestimento che mette il manto in dialogo con il ritratto della regnante, ma anche con accessori dell’epoca e fotografie che immortalano le nuove tendenze e il mondo circostante. D’altra parte “Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso” vuole porsi anche come una riflessione sulla figura dell’artista in quanto tale, capace, con la rara sensibilità del proprio sguardo, di cogliere i mutamenti della società facendosi testimone di una modernità in divenire.

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