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L’installazione Add Color di Yoko Ono a New York racconta dell’immigrazione in America

Amore, pace e accoglienza sono i messaggi che i visitatori dell'installazione Add Color di Yoko Ono a New York hanno dipinto

MILANO – Amore, solidarietà e pace sono tutti temi che caratterizzano l’opera interattiva newyorchese Add Color (Refugee Boat) dell’artista giapponese Yoko Ono, che ha visto il pubblico e i suoi pensieri diventare protagonista dell’opera.

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Un mare di scritte e una barca di pensieri nell’opera di Yoko Ono

All’inizio dell’evento la stanza era bianca, così come la piccola barca a remi dentro di essa. Poi un barattolo di vernice azzurra è stato lasciato a disposizione del pubblico e quest’ultimo ha iniziato a riempire ogni singolo spazio bianco con delle pennellate azzurre che nel loro insieme hanno creato l’effetto dell’acqua del mare. I visitatori dell’installazione newyorchese Add Color (Refugee Boat) realizzata dall’artista giapponese Yoko Ono e vedova del John Lennon dei Beatles, hanno pitturato di azzurro, su quei muri e su quella barca un tempo bianchi, tutti i loro pensieri, le loro speranze e le loro riflessioni.

 

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Ecco che in poco tempo il candore di quella stanza e di quella barca si sono trasformati in un caos di scritte che lanciano in modo forte e chiaro dei messaggi relativi alla delicata situazione politica e umanitaria dell’America contemporanea: “No al muro”, “Open Borders”, “Sii gentile, l’amore è più forte della paura”, “Solidarietà”, “Sulla barca c’è posto per tutti” e “Ogni barca di profughi è un Mayflower” sono solo alcuni dei pensieri che i visitatori hanno rilasciato. Messaggi d’amore, di solidarietà, di pace esprimono che la volontà, la necessità di bene nel mondo sono più forti che mai.

Dal Giappone all’America

Ogni pensiero, ogni messaggio, ogni scritta rilasciata su questo muro e su questa barca sono l’espressione della società e assumono un valore anche maggiore di quello che avrebbero semplicemente nel parlato comune perché ora sono un’opera d’arte, sono parte dell’opera stessa. Add Color (Refugee Boat) corona così l’ennesimo successo di Yoko Ono che a 86 anni continua a sorprendere il mondo con le sue opere. Essa fu una delle prime personalità artistiche ad avvicinarsi al mondo della performance, a concepire l’arte e l’opera come un’interazione tra di essa e il pubblico.

 

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Oggi questa sua passione per l’arte concettuale e per la performance artistica è più evidente che mai: la stessa installazione newyorchese è infatti è stata passato prima in Giappone, Germania, Grecia e Gran Bretagna, cambiando significato a seconda del luogo e del tempo. Quella di New York porta in scena il dibattito sull’immigrazione, tema centrale nella politica USA e nella vita di Yoko che, sebbene non fosse stata una profuga, lasciò il Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale arrivando in America, incontrando le difficoltà dell’integrazione con la cultura del nuovo continente e iniziando nella Grande Mela la sua prolifica avventura artistica. Conclusasi il 29 giugno, Add Color (Refugee Boat) lancia quindi un messaggio che va oltre a quello politico: tutti siamo inviati a capire e a stare vicino a chi soffre, ad amare e a reprimere l’odio perché il mondo ha bisogno d’amore e di solidarietà.

 

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