MILANO – Il Castello Gamba di Châtillon, in Valle d’Aosta inaugura la sua nuova stagione espositiva con la mostra “ALTISSIMI COLORI. La montagna dipinta: Giovanni Testori e i suoi artisti, da Courbet a Guttuso” in programma fino 29 settembre 2019.
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Giovanni Testori e il rapporto con la montagna
Con l’intento di indagare il rapporto di Giovanni Testori con la montagna, scenario della propria attività artistica, l’esposizione rappresenta un’occasione di scoperta nonché un viaggio attraverso le opere di cui amava circondarsi questo artista, a partire da un episodio chiave della sua vita: il suo primo articolo, pubblicato a soli 17 anni, uno studio preparatorio su un quadro di montagna, Alpe di maggio (1891) di Giovanni Segantini.
Impegnato su diversi fronti, dalla critica d’arte al teatro, dalla narrativa alla pittura, Giovanni Testori rientra tra i più importanti intellettuali italiani del Novecento. Romanziere e drammaturgo, in montagna riscopre la sua vocazione pittorica scegliendo questo paesaggio come soggetto preferito, come nella serie di disegni e acquerelli eseguiti dalla fine degli anni Sessanta. Per la prima volta questo nucleo molto privato, che Testori ha voluto tenere per sé e per la sua famiglia, viene presentato al pubblico in un allestimento straordinariamente suggestivo: la torre del Castello Gamba, a Châtillon.
La mostra: da Courbet a Zimmer
La mostra si apre proprio con uno degli artisti più amati da Testori: Gustave Courbet, pittore rivoluzionario di cui vengono presentati due importanti dipinti per poi passare a Willy Varlin, geniale artista zurighese che ha deciso di andare a vivere tra le montagne della Val Bondasca; a seguire Renato Guttuso, un siciliano che, stregato dalla vista del Monte Rosa, sceglie di fare della casa di Velate, a Varese, uno studio dove realizzare molte delle sue opere più celebri; e ancora Paolo Vallorz, trentino che, pur emigrando a Parigi, rimane legato alla sua val di Sole; in conclusione ecco Bernd Zimmer, pittore tedesco “scoperto” da Giovanni Testori e autore di quadri con montagne infiammate e visionarie.
Ai due nuclei principali della collezione del Museo, le opere otto/novecentesche dedicate al paesaggio alpino e le opere di grandi maestri italiani del Novecento, si affianca un gruppo di opere di artisti contemporanei quali Emilio Isgrò, Giovanni Testori, Arturo Martini, Felice Casorati, Renato Guttuso, Mario Schifano e Lucio Fontana. La mostra sarà anche l’occasione per presentare un ciclo di fotografie del grande fotografo Pepi Merisio. Una serie di scatti eseguiti negli anni Settanta, durante la processione notturna che da Fontainemore portava al santuario di Oropa. Foto che Testori amava per la loro intensità e per la testimonianza di una civiltà montana legata alla propria tradizione.
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