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Il valore dell’incontro secondo Carl Gustav Jung

La frase di oggi è attribuita a Carl Gustav Jung, psichiatra svizzero attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento

La frase di oggi è attribuita a Carl Gustav Jung, psichiatra svizzero attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Nato a Kesswil il 26 luglio 1875 e scomparso a Küsnacht il 6 giugno 1961, Jung fu il fondatore della psicologia analitica, che è una teoria del funzionamento della mente e una pratica di cura della patologia psichica diversa dalla psicoanalisi.

L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.

Le persone che ci hanno segnato

L’incontro di due personalità è come il contatto di due sostanze chimiche: si produce una reazione tale che entrambe ne saranno trasformate. La raffigurazione chimica di cui si avvale Jung per rappresentare l’incontro, ci avvicina a una verità profonda. Tutti, infatti, dobbiamo confessare di aver incontrato nella vita persone che ci hanno intimamente segnato. Non si allude soltanto a coloro che da quell’incontro sono usciti innamorati.

Ci sono persone, infatti, che lasciano in noi una traccia indelebile, anche come amici, compagni o testimoni.  Da ogni incontro, non si esce del tutto indenni, “ma con una scia nell’anima”, commenta Gianfranco Ravasi su Avvenire. “L’importante è, però, non alzare uno schermo o lasciarsi avvolgere dalla nebbia della distrazione”.

 

Il Libro rosso di Carl Gustav Jung

“Il libro rosso”, noto anche bome “Liber novus” è l’opera madre di tutta la produzione di Jung, scritta tra il 1913 e il 1930, ma pubblicata postuma solo nel 2009. Jung iniziò a lavorare al “Il libro rosso” a seguito della crisi epistemologica che attraversò dopo la pubblicazione di La libido: simboli e trasformazioni e alla rottura che ne derivò con Freud. Di contenuto autobiografico, il testo è un repertorio di sogni, visioni, epopee dell’inconscio e presenta numerose immagini fantasmatiche, costituisce un esempio di quello che Jung stesso definirà in seguito “immaginazione attiva”, pratica che Carl Gustav Jung teorizzò come strumento di scoperta ed analisi dell’inconscio.

Con il suo tesoro di esperienze iniziatiche e meditazioni sapienziali il “Libro rosso” si situa dunque al centro di una straordinaria sperimentazione che ne fa un unicum nel panorama novecentesco. La sua pubblicazione, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte di Jung, ha segnato un punto di svolta negli studi sulla psicologia analitica. La presente edizione riproduce integralmente il testo, senza le tavole dipinte con cui Jung illustrò la sua “discesa agli inferi”.

La modernità de “Il libro rosso”

Nell’opera “Il libro rosso”, Carl Gustav Jung esprime completamente sé stesso e racconta un viaggio nella psicologia e nell’inconscio dell’essere umano dove si incontrano i demoni più pericolosi. Lo psichiatra svizzero analizza la sua mente per poter analizzare quella del mondo. Grazie a quest’opera si è capito come riconoscere e differenziare la realtà interiore ed esteriore secondo gli opposti. Decifrare e comprendere fino in fondo il significato de “Il libro rosso” è stato pressoché impossibile, ma possiamo cominciare considerando l’opera una sorta di diario personale del medico in cui racconta la crisi personale scaturita dalla delusione nei confronti dell’umanità. Un libro da leggere per cercare di capire il misterioso funzionamento della psiche umana nelle sue innumerevoli sfaccettature.

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