Sei qui: Home » Libri » 5 romanzi distopici da leggere in attesa della settima stagione di Black Mirror

5 romanzi distopici da leggere in attesa della settima stagione di Black Mirror

In vista dell’uscita di Black Mirror 7, scopri i romanzi distopici da leggere che hanno anticipato lo sviluppo delle tecnologie di oggi

Romanzi distopici capaci di (pre)vedere il futuro. Il genere fantascientifico ha da sempre immaginato il futuro, anticipando scenari che spesso si sono “avvicinati” alla realtà. Dai romanzi ai film, molti autori, nel corso dei decenni, hanno dimostrato un’intuizione quasi “profetica”, raccontando di mondi dominati da trasformazioni profonde che oggi trovano un riscontro concreto nell’applicazione delle nuove tecnologie.

In occasione dell’uscita della settima stagione di Black Mirror, la serie fantascientifica che ha il merito di aver stimolato una riflessione critica sull’impatto della digitalizzazione nei diversi ambiti della società contemporanea, Babbel, l’app che promuove la comprensione reciproca attraverso le lingue, insieme all’esperto Andrea Viscusi, autore italiano specializzato in narrativa fantascientifica, invitano ad una riflessione in merito al binomio fattore umano e tecnologia.

Nello specifico sono stati selezionati 5 romanzi distopici che hanno saputo anticipare e talvolta persino dare un nome ad alcune delle tematiche tecnologiche di oggi, alcune delle quali affrontate anche nella serie, dall’intelligenza artificiale alle simulazioni virtuali.

Scopri i romanzi distopici più celebri di sempre

5 romanzi distopici da leggere per prepararsi alla settima stagione di Black Mirror

Come sottolineano gli esperti linguistici di Babbel, numerosi sono gli autori letterari che nel tempo, con la loro fantasia, hanno saputo predire delle tecnologie o addirittura inventare dei nomi che sono stati successivamente utilizzati, dai robot agli avatar passando dall’antenato di internet.

1. “R.U.R. (Rossum’s Universal Robots)” di Karel Čapekn (1920)

Quest’opera teatrale rappresenta una delle prime storie distopiche del XX secolo ed è nota per aver introdotto per la prima volta il termine “robot”. Al centro della storia vi è l’azienda Rossum’s Universal Robots (R.U.R.) che realizza esseri artificiali, i robot appunto, simili agli umani, ma privi di qualsiasi sentimento. Creati per servire l’uomo, vengono fabbricati in massa ed impiegati in diversi settori, fino al momento in cui arrivano a sviluppare una coscienza e a ribellarsi, sterminando l’umanità. Il testo invita a riflettere sui pericoli di una società ipertecnologica e disumanizzata, in cui il rischio che tutto sfugga al controllo diventa sempre più concreto, temi ancora oggi molto rilevanti.

 

2. “1984” di George Orwell (1949)

Si tratta di uno dei romanzi distopici più celebri di sempre, che descrive una società totalitaria del futuro (quella del 1984 appunto) governata da un solo partito, a sua volta guidato da un “Grande Fratello”, che con delle telecamere controlla costantemente la popolazione. In questa società totalitaria, persino la lingua è stata modificata nel “Newspeak” (o “Neolingua”): dotata di un numero ridotto di parole e di una grammatica semplificata, elimina concetti pericolosi per il regime come “ribellione” e ne introduce altri come quello di “psicoreato” (ovvero pensare qualcosa contro il partito), escludendo così qualsiasi forma di libero pensiero e manipolando l’informazione.

Quest’opera – che ha anticipato temi contemporanei come il controllo audio e video, la manipolazione delle informazioni e la diffusione di fake news – denuncia i rischi legati ad una sorveglianza di massa, alla propaganda e alla limitazione della libertà individuale.

 

3. “Io, Robot” di Isaac Asimov (1950)

Si tratta di una raccolta di racconti di fantascienza, in cui ogni storia è indipendente dalle altre, ma tutte esplorano come i robot, governati dalle “tre leggi della robotica”, possano comportarsi in modi inaspettati quando queste regolamentazioni entrano in conflitto o vengono interpretate in modo ambiguo.

Le tre leggi di Asimov, oltre ad aver ispirato il dibattito etico sulla regolamentazione della robotica e dell’intelligenza artificiale, hanno anche contribuito in modo significativo alla ricerca e allo sviluppo degli automi. L’impiego delle nuove tecnologie comporta infatti una responsabilità morale che non va sottovalutata, per prevenire conseguenze impreviste e garantire un uso consapevole dell’innovazione.

 

4. “Neuromante” di William Gibson (1984)

Questo romanzo è conosciuto per aver reso famoso il “cyberpunk” (un genere narrativo caratterizzato da ambientazioni futuristiche distopiche e dalla presenza di una tecnologia avanzata) e aver popolarizzato il termine “cyberspazio” (inventato dallo scrittore e introdotto nel suo precedente romanzo “Burning Chrome”), di fatto immaginando internet e la realtà virtuale prima della loro creazione.

Il romanzo segue la storia di Case, un hacker caduto in disgrazia e privato della possibilità di connettersi alla rete informatica globale. Egli viene reclutato da un misterioso benefattore che, in cambio della restituzione delle sue capacità, gli affida una pericolosa missione: Case si immerge così nel “cyberspazio”, un mondo virtuale avanzato, affrontando nemici e scoprendo verità nascoste. Il libro esplora diverse tematiche come il rapporto tra l’uomo e la tecnologia e il potere delle intelligenze artificiali.

 

5. “Snow Crash” di Neal Stephenson (1992)

Questo romanzo cyberpunk, ambientato negli Stati Uniti di fine XX secolo, viene ricordato per aver anticipato alcune tecnologie oggi estremamente attuali e dibattute come il Metaverso e gli avatar, in una trama che intreccia realtà virtuale e complotti globali. Il protagonista è Hiro, un hacker che lotta contro un virus informatico, lo “Snow Crash”, navigando nel Metaverso, un mondo virtuale che può essere esplorato con degli “avatar”, attraverso i quali interagire con gli altri utenti.

© Riproduzione Riservata