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All’UniCredit Pavilion, un “viaggio nella poetica del creato” di Marcello Chiarenza

L'UniCredit Pavilion presenta "Viaggio nella poetica del creato", una rassegna dedicata alle opere di Marcello Chiarenza

MILANO – Da mercoledì 8 marzo la Passerella dell’Arte di UniCredit Pavilion ospiterà “Viaggio nella poetica del creato”, la rassegna dedicata a Marcello Chiarenza. L’esposizione, in scena fino al 28 marzo, sarà l’occasione per ripercorrere le tappe salienti della vasta produzione dell’architetto e artista siciliano.

LA MOSTRA – Organizzata in collaborazione con la galleria Avanguardia Antiquaria, la mostra accompagnerà i visitatori in un susseguirsi di forme in grado di toccare con immediatezza le corde più profonde dell’animo. Saranno esposte principalmente opere di piccole dimensioni e sculture sospese. Questo viaggio evocativo, tra memoria e simboli, sarà intervallato anche da opere come “Il grande cervo” e “Pesca delle stelle”. Il progetto espositivo proposto da Chiarenza rientra nella programmazione culturale di UniCredit Pavilion come esempio di un percorso creativo votato alla multidisciplinarietà e al dialogo tra le arti. Proprio per l’attenzione al mondo della natura (nelle sue espressioni semplici ed essenziali), la ricerca dell’artista mostra una forte sintonia con l’architettura stessa di UniCredit Pavilion votata a valorizzare risorse e materiali naturali.

MARCELLO CHIARENZA – Nato in Sicilia nel 1955, Marcello Chiarenza si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano. Durante il suo percorso si occupa di installazioni, percorsi figurativi all’aperto e al chiuso, allestimenti teatrali e di piazza. I temi che predilige sono quelli che scaturiscono dalle immagini “custodite dal respiro del tempo, dalla memoria spirituale che la storia delle religioni e la psicologia del profondo studiano”, emergono da miti e fiabe, “dal linguaggio immortale che continua a parlarci attraverso le forme del simboli”. L’arte di Chiarenza non si limita all’architettura e alla scultura ma invade i campi della pittura, della scenografia e della drammaturgia. Nel descrivere la sua arte, Chiarenza sottolinea che “Nel mio lavoro subisco l’attrazione ed il fascino dello spazio, gli orientali direbbero del vuoto, quell’oceano infinito delle possibilità, il luogo senza confini in cui aleggiano le voci interiori di ogni cosa”.

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