Coronavirus, quasi una casa editrice su 10 è a rischio chiusura
Per l’Osservatorio AIE sui piccoli e medi editori quasi una casa editrice ogni 10 è già adesso a rischio chiusura. Nel 2020 stimati il 32% di titoli in meno in uscita
Per l’Osservatorio AIE sui piccoli e medi editori quasi una casa editrice ogni 10 è già adesso a rischio chiusura. Nel 2020 stimati il 32% di titoli in meno in uscita
Bibliotecari (AIB), editori (AIE) e librai (ALI) tornano a rivolgersi al governo e al parlamento in vista del varo del decreto economico: “Preserviamo un settore centrale per lo sviluppo culturale e democratico del Paese”
Ad oggi si stimano 21mila titoli pubblicati in meno nel corso dell’intero anno. Levi (AIE): “Nella Giornata mondiale del Libro, ribadiamo l’appello a Governo e Parlamento lanciato con bibliotecari e librai”
Richiesta congiunta del presidente Levi con i quattro vicepresidenti dell’Associazione Italian Editori: Angiolini, Bonfanti, Guida e Tarò
Così il presidente degli editori Levi: “Anche in questi giorni di estrema difficoltà gli editori scolastici sono a fianco delle scuole per permettere l’educazione dei ragazzi”
L’intera industria culturale italiana sta accusando in modo pesante le conseguenze dell’emergenza del COVID-19 e delle misure adottate per limitare la diffusione del virus
Dall’Associazione Italiana Editori l’impegno di rimanere a fianco del ministero, dei docenti e delle scuole per portare avanti l’accessibilità all’istruzione
L’appello degli editori italiani: “Con l’affacciarsi dell’emergenza Coronavirus nel nostro Paese, il mondo del libro si trova ad affrontare criticità inedite”
L’annuncio delle principali novità da parte del ministro Dario Franceschini. Levi (AIE): “Con questa legge a perdere saranno i lettori
La parte più discussa è quella che va a modificare la legge Levi. Le prime reazioni da parte di editori e librai
In fumo 8.800 posti di lavoro. Ogni giorno gli italiani compiono 300.000 atti di pirateria di libri di varia, universitari e professionali. Fa pirateria l’80% degli universitari e, ancor più grave, il 61% dei professionisti