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Chi è Marina Ovsyannikova, la giornalista che si è opposta al regime russo

Con un messaggio scritto su un cartellone la giornalista Marina Ovsyannikova è apparsa in diretta tv alle spalle della conduttrice durante il principale telegiornale russo.

“No alla guerra, fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”. Con questo messaggio scritto su un cartellone che Marina Ovsyannikova, giornalista di Primo Canale (Channel One), è apparsa in diretta tv alle spalle della conduttrice Ekaterina Andreeva durante il principale telegiornale russo. Un’ “invasione” sulla televisione di Stato per dire no all’invasione russa dell’Ucraina.

Il gesto di Marina Ovsyannikova

Nel corso della diretta del telegiornale, Marina Ovsyannikova è comparsa alle spalle della conduttrice con in mano un cartellone con su scritto: “Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo. I russi sono contrari alla guerra”. La sua comparsa sullo schermo è durata pochi secondi, prima che dalla regia facessero partire un servizio. Secondo alcuni organi di informazione, la donna è stata immediatamente arresta per quel suo gesto. Marina Ovsyannikova ora rischia diversi anni di carcere (fino a un massimo di 15), perché contro di lei sarebbe stata mossa l’accusa di violazione della nuova legge sulla “disinformazione” approvata dal governo nei giorni scorsi per censurare tutti i media che non seguono pedissequamente la narrazione ufficiale di Mosca.

 

Il videomessaggio

Marina Ovsyannikova era conscia delle conseguenze del suo gesti: non a caso, prima di entrare in diretta con quel cartellone, aveva pre-registrato un video in cui spiegava le sue ragioni. “Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore qui. E la responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un solo uomo: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino. Mia madre è russa. E non sono mai stati nemici. E questa collana che indosso è un simbolo del fatto che la Russia deve porre fine immediatamente a questa guerra fratricida. E i nostri popoli fraterni potranno ancora fare la pace. Sfortunatamente, ho passato molti degli ultimi anni lavorando per Channel One, facendo propaganda al Cremlino, e me ne vergogno profondamente. Mi vergogno di aver permesso che le bugie provenissero dallo schermo della TV. Mi vergogno di aver permesso la zombificazione del popolo russo. Siamo rimasti in silenzio nel 2014 quando tutto questo era appena iniziato. Non abbiamo protestato quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime antiumano all’opera. E ora il mondo intero ci ha voltato le spalle. E le prossime 10 generazioni non laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Noi russi siamo persone intelligenti e intelligenti. È solo in nostro potere fermare tutta questa follia. Vai a protestare. Non aver paura di niente. Non possono rinchiuderci tutti”.

 

 

La censura in Russia

La libertà dei media in Russia è da tempo molto limitata, anche a causa di una dura legge approvata nel 2019 che punisce quasi ogni forma di dissenso contro il governo. Durante i telegiornali in Russia e presso i siti di informazione russi, gli unici disponibili a Mosca e che operano sotto la supervisione del Cremlino, non si fa riferimento all’aggressione dell’Ucraina e alla guerra in corso. Ciò che viene riportato è la versione voluta dalle istituzioni russe, secondo le quali si tratta di  “un’operazione speciale” per difendere gli abitanti delle repubbliche autoproclamate del Donbass, Donetsk e Luhansk. Ecco perché il gesto di Marina Ovsyannikova, redattrice di Channel One, assume un significato particolare: un gesto pregno di coraggio e di eroismo.

La solidarietà verso la giornalista

Un gesto di protesta, come quelli che stanno accadendo anche nelle strade di Mosca, San Pietroburgo e in molte altre città alle persone che scendono pacificamente in piazza per protestare contro la guerra voluta dal Cremlino. Un gesto che, nella speranza che possa destare le coscienze del popolo russo, ha raccolto consensi e vicinanza da parte di tutti nei confronti di Marina Ovsyannikova, esempio di coraggio e ribellione di fronte ai soprusi ed al regime.

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