Sei qui: Home » Storie » Lettera di Lev Tolstoj a Mahatma Gandhi

Lettera di Lev Tolstoj a Mahatma Gandhi

MILANO – Il 20 settembre del 1910 lo scrittore russo Lev Tolstoj scrisse una lettera al leggendario Mahatma Ghandi. Uno scritto in cui Tolstoj disquisisce di temi molto importanti come la non – violenza, riportando le riflessioni che ha suscitato in lui un numero dell’Indian Opinion, una rivista fondata proprio da Mahatma Ghandi. Questa pubblicazione, tratta dall’Huffington Post, fu un importante strumento per combattere la discriminazione razziale e per sostenere i diritti civili della comunitร  indiana.

 

Ho ricevuto la vostra rivista Indian Opinion e mi sono rallegrato nell’ apprendere tutte le informazioni che vi si danno a proposito dei non-resistenti. E volevo esprimervi i pensieri che quella lettura mi ha suscitato.

 

Piรน vivo, e specialmente ora che sento vivamente l’ approssimarsi della morte, piรน desidero dire agli altri ciรฒ che sento intensamente e ciรฒ che โ€“ a mio modo di vedere โ€“ ha una enorme importanza; desidero soprattutto parlare di quello che si chiama non-resistenza e che in sostanza altro non รจ che l’ insegnamento dell’ amore, non deformato da false interpretazioni. Che l’ amore โ€“ cioรจ la tensione delle anime umane all’ unione e a l’ attivitร  che ne deriva โ€“ sia la legge suprema e e unica della vita umana, questo nel profondo dell’ anima lo sente e lo sa ogni uomo (lo vediamo con la massima chiarezza nei bambini): lo sa, finchรจ non viene confuso dai falsi insegnamenti del mondo.
 
 
 Questa legge fu proclamata da tutti i saggi dell’ umanitร , tanto indiani, quanto cinesi ed ebrei, greci, romani. Penso che con la massima chiarezza fu espressa da Cristo, che disse anche espressamente, che in questo solo sta tutta la legge e i profeti. Non solo, ma prevedendo la deformazione alla quale questa legge รจ soggetta e che essa puรฒ esibire, additรฒ esplicitamente il pericolo di questa deformazione, caratteristica delle persone dedite a interessi mondani; additรฒ soprattutto il pericolo consistente nel giustificare la difesa di questi interessi con la forza; cioรจ, come egli diceva, di rispondere colpo su colpo, di riprendere con la forza quanto ci รจ stato tolto ecc.  Egli sapeva, come non puรฒ non sapere ogni uomo ragionevole, che l’ uso della violenza รจ incompatibile con l’ amore come legge fondamentale della vita; che, non appena si ammette la violenza, in qualsivoglia caso, si ammette l’ insufficienza della legge dell’ amore e perciรฒ si rigetta la legge stessa. Tutta la civiltร  cristiana, per quanto esteriormente brillante, รจ cresciuta sulla base di questi fraintendimenti e di queste contraddizioni, evidenti, strane, talvolta consapevoli, il piรน delle volte inconsapevoli.
 
 
In sostanza, non appena accanto all’ amore fu ammessa la resistenza, allora non ci fu piรน, nรฉ poteva esservi l’ amore come legge della vita; non vi fu piรน legge dell’ amore, anzi non vi fu piรน legge alcuna, se non quella della violenza cioรจ del potere del piรน forte. Cosรฌ per 19 secoli ha vissuto lโ€™ umanitร  cristiana. In veritร , gli uomini di tutti i tempi si fecero guidare dalla sola violenza nellโ€™ organizzare la propria vita. La differenza tra la vita dei popoli cristiani e quella di tutti gli altri sta solo nel fatto che nel mondo cristiano la legge dellโ€™ amore fu espressa con chiarezza e precisione quale non si trova in nessun altro insegnamento religioso e nel fatto che gli uomini del mondo cristiano hanno solennemente questa legge e contemporaneamente hanno ammesso la violenza e sulla violenza hanno costruito la propria vita. E perciรฒ tutta la vita dei popoli cristiani รจ una netta contraddizione tra ciรฒ che essi professano e ciรฒ su cui costruiscono la propria vita: contraddizione tra lโ€™ amore riconosciuto come legge della vita e la violenza, accettata perfino e lodata come necessaria in varie forme, come il potere dei governanti, i tribunali e lโ€™esercito. Tutta questa contraddizione รจ cresciuta di pari passo con lo sviluppo dellโ€™ umanitร  appartenente al mondo cristiano e ultimamente ha raggiunto il suo grado piรน alto. Il problema รจ ora evidentemente questo: o riconoscere che non accettiamo alcun insegnamento etoco-religioso e siamo condotti nellโ€™ organizzazione della nostra vita dal solo potere del piรน forte, oppure che tutte le nostre tasse, raccolte con violenza, tutte le nostre istituzioni giudiziarie e di polizia e, soprattutto, lโ€™esercito debbono essere aboliti.
 
 
Questโ€™ anno in primavera, allโ€™ esame di religione cristiana in uno degli istituti femminili di Mosca lโ€™ insegnante di religione e poi il prelato presente interrogavano le ragazze sui comandamenti e particolarmente sul sesto. Dopo che esse avevano dato la giusta risposta a proposito del comandamento, il prelato di solito poneva ancora una domanda: โ€œLa legge di Dio proibisce sempre e in tutti i casi di uccidere?โ€. E le infelici ragazze, sviate dai loro superiori, dovevano rispondere e rispondevano: โ€œnon sempre, uccidere รจ permesso in guerra e come punizione dei delinquentiโ€. Ma quando a una di queste povere ragazze (ciรฒ che racconto non รจ invenzione, รจ un fatto raccontatomi da un testimone oculare), dopo la risposta, fu rivolta la solita domanda: โ€œรจ sempre peccato uccidere?โ€, essa, emozionata e rossa in viso, rispose con decisione โ€œsempreโ€; e a tutti i soliti sofismi del prelato rispondeva con decisione e convinzione che uccidere รจ vietato sempre e che uccidere รจ vietato anche dallโ€™ Antico Testamento ed รจ proibito da Cristo non solo uccidere ma far male in qualsiasi modo ai fratelli. E nonostante tutta la sua solennitร  e tutta la sua abile eloquenza, il prelato tacque e la ragazza uscรฌ vincente.
 
 
Si, noi possiamo parlare nei nostri giornali dei successi dellโ€™ aviazione, di complesse relazioni diplomatiche, di vari club, di invenzioni, di associazioni di ogni genere, delle cosiddette produzioni artistiche e possiamo tacere di ciรฒ che ha detto questa ragazza; ma tace di questo non si puรฒ perchรฉ questo lo sente piรน o meno confusamente ogni uomo del mondo cristiano. Il socialismo, il comunismo, lโ€™ anarchismo, lโ€™ esercito della salvezza, la criminalitร  crescente, la disoccupazione, il crescente e insensato lusso dei ricchi e miseria dei poveri, il terribile aumento dei suicidi: tutti questi sono segni di quella interna contraddizione che deve e non puรฒ essere risolta. E deve essere rivolta naturalmente nel senso di riconoscere la legge e di rifiutare ogni violenza. E per questo la vostra attivitร  nel Transvaal, che ci pare ai confini della terra, รจ lโ€™ opera piรน centrale, piรน importante fra tutte quelle che si svolgono attualmente nel mondo, e di essa saranno partecipi necessariamente non solo i popoli del mondo cristiano, ma quelli di tutto il mondo.
Penso che vi farร  piacere sapere che anche da noi in Russia questโ€™ attivitร  si sviluppa rapidamente nella forma del rifiuto del servizio militare, che si fa ogni anno piรน diffuso. Per quanto sia esiguo il numero dei vostri non resistenti, come pure il numero dei nostri obiettori in Russia, quelli e questi possono dire con orgoglio: โ€œDio รจ con noiโ€. E Dio รจ piรน potente dellโ€™ uomo.
 
Quandi si accetta il cristianesimo, sia pure in quella forma deformata in cui si professa tra i popoli cristiani, e allo stesso tempo si accetta la necessitร  degli eserciti e degli armamenti per uccidere su vasta scala nelle guerre, si incorre in una contraddizione evidente, stridente: essa deve necessariamente, presto o tardi, probabilmente molto presto, rivelarsi e distruggere lโ€™ accettazione della religione cristiana, necessaria alla conservazione del potere, o lโ€™esistenza dellโ€™ esercito e di ogni violenza da questi sostenuta, non meno necessaria per il potere. Questa contraddizione รจ percepita da ogni governo, tanto dal vostro britannico, quanto dal nostro russo, e per naturale istinto di autoconservazione , questi governi perseguitano energicamente โ€“ come vediamo qui in Russia e vediamo dagli articoli del vostro giornale โ€“ la vostra piรน di ogni altra attivitร  antigovernativa. I governi sanno in che cosa sta il principale pericolo per loro e con sagacia difendono in tale questione non solo i loro interessi, ma la questione stasse dellโ€™ โ€œessere o non essere.
 
Con la piรน viva stima”
 
Lev Tolstoj
 
20 settembre 1910
ยฉ Riproduzione Riservata