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Leone e Natalia Ginzburg, un amore fatto di letteratura e politica

Quello tra Leone e Natalia Ginzburg fu un amore all’insegna della letteratura e della politica che li vide vittime del totalitarismo fascista

Oggi vogliamo raccontarvi l’amore tra la scrittrice Natalia Ginzburg e il marito Leone, letterato e antifascista di origine russa. La loro fu una storia fatta di coraggio, condivisione e rispetto, un amore a cui Natalia rimase fedele negli anni dopo la tragica morte di lui.

La nascita di un amore

Tra i due protagonisti della storia di oggi non ci fu quello che si può definire il colpo di fulmine, non fu un amore folgorante nato da un interesse passionale sfociato in sentimento, ma fu un innamoramento lento, dettato dall’amicizia e dalla profonda conoscenza reciproca. Leone era un caro amico di uno dei fratelli di Natalia e la sua presenza aveva dato modo a lei di scoprire quel carattere solido, sicuro e deciso. Una personalità che Natalia quasi invidiava e di cui sapeva di aver bisogno nel suo percorso di vita. I due si incontrarono per la prima volta quando il fratello di Natalia, letti i suoi primi due racconti, decise di mostrarli all’amico Leone.

Leone e Natalia Ginzburg

Leone aveva sette anni più di Natalia e anche la sua famiglia, come quella della scrittrice, era di origine ebraica. In comune hanno tanti interessi, ma i principali sono la letteratura e la politica, una sorta di carburante che unisce i due giovani e li spinge alla resistenza con grande coraggio. Si sposarono nel 1938, lui studioso e consulente di Enaudi porta Natalia all’interno del mondo editoriale e fu così che la casa editrice torinese diventò per lei una seconda casa. La vita di coppia e il lavoro funzionavano, l’amore era un crescendo, ma l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 complicò drammaticamente la storia.

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Il confino

Leone era un antifascista convinto tanto che fondò a Torino la cellula Giustizia e Libertà. Lo stesso pensiero era condiviso anche da Natalia e così, a causa delle loro idee, nel 1940 vennero mandati al confino a Pizzoli, in Abruzzo (prima Leone che successivamente fu raggiunto dalla moglie e i due figli). Restarono lì per tre lunghi anni, nacque la loro terza figlia e nonostante la lontananza da casa e dagli amici, come Natalia Ginzburg scriverà nel racconto “Inverno in Abruzzo”, quello fu “il tempo migliore della mia vita”. Tuttavia, il periodo più nero doveva arrivare.

Il dolore

Nel 1944, dopo essere tornati a Roma, Leone Ginzburg venne arrestato e incarcerato a Regina Coeli. I continui interrogatori e le devastanti torture subite in prigione perché si rifiutava di collaborare con i nazisti gli valsero la vita. Leone, infatti, morì nella sua cella nel febbraio del 1944. Alla sua morte Natalia Ginzburg scriverà per il marito la poesia ‘Memoria’, una straziante dedica d’amore e devozione per un ultimo addio.

 

Alice Turiani

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