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La lettera d’amore di Franz Kafka a Felice Bauer

MILANO – Franz Kafka nel 1912 in casa Brod incontrò Felice Bauer, una giovane donna con la quale iniziò una sofferta relazione, accompagnata da un fitto scambio epistolare. Kafka, consapevole dei suoi difetti fisici, li descrive più volete all’interno dei suoi scritti. Nonostante tutto questo egli si innamora di lei. Le lettere gli permettono di aprire il suo animo ai suoi sentimenti più segreti e non impegnarsi in un rapporto duraturo che lo spaventa. Ecco una lettera, tratta da Il mestiere di leggere che mostra il vivo interesse di Kafka nella donna !

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Gentile Signorina,

Per il caso facilmente possibile che Lei possa ricordarsi più minimamente di me, mi presento un’altra volta:

mi chiamo Franz Kafka e sono quello che la prima volta la salutò a Praga quella sera in casa del direttore Brod, poi le porse da un lato all’altro della tavola fotografie di un viaggio da Talia, l’una dopo l’altra, e infine con questa mano, che ora batte i tasti, tenne la Sua con la quale Lei confermò la promessa di fare con lui l’anno venturo un viaggio in Palestina.

Se é ancora dell’idea di intraprendere quel viaggio.
Lei disse allora di non essere di carattere volubile né io notai qualcosa di simile in Lei, sarà non solo opportuno, ma assolutamente necessario che fin da ora cerchiamo di intenderci per questo viaggio.

Dovremo infatti sfruttare fino in fondo le nostre ferie, troppo brevi per un viaggio in Palestina, e lo potremo fare soltanto se ci saremo preparati nel miglior modo possibile e se saremo d’accordo su tutti i preparativi.

Devo soltanto confessare una cosa, per quanto suoni male e oltre a ciò male si adatti a quanto ho scritto:
io non sono puntuale nello scrivere lettere.

Anzi sarebbe peggio di quanto non sia già se non possedessi la macchina per scrivere; infatti se qualche volta il mio umore non fosse sufficiente per una lettera, ci sono in fin dei conti pur sempre le punta delle dita che possono scrivere.

In compenso non mi aspetto mai che le lettere arrivino puntualmente; perfino quando ne aspetto una con ansia ogni giorno nuova, non resto mai deluso se non arriva, e quando infine arriva rimango facilmente scosso.

Nell’infilare ogni foglio noto che mi sono presentato forse più difficile di quanto non sia.

Ben mi starebbe se avessi commesso questo errore:
infatti perché mi metto a scrivere questa lettera dopo sei ore d’ufficio e con una macchina alla quale non sono molto avvezzo?

Eppure, eppure é l’unico svantaggio dello scrivere a macchina quello di sviarsi così, se anche ci dovessero essere dubbi, dubbi pratici intendo, per prendermi in un viaggio come accompagnatore, guida, zavorra, tiranno e quello che ancora potessi diventare, contro di me in quanto corrispondente …

(e solo di questo si tratterebbe per il momento) non ci dovrebbe essere da fare alcuna obiezione decisa e Lei potrebbe probabilmente tentare con me.
Suo cordialmente devoto
Dott. Franz Kafka

 Praga, 20 Settembre 1912
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