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Può una giovane donna morire sul posto di lavoro?

Luana D'Orazio, 22 anni, è morta sul posto di lavoro. Una morta inconcepibile che ci ricorda l'esigenza di tutelare i posti di lavoro.
La festa dei lavoratori è appena passata e i fatti di cronaca che leggiamo sui giornali, ci fanno rabbrividire. Luana D’Orazio, 22 anni di Montemurlo, è rimasta impigliata in una macchina che ordina i fili, durante il proprio turno di lavoro. Era mamma da poco ed era una forza della natura. Di nuovo, una notizie di cronaca che ci fa riflettere sulla vita e sul senso del lavoro, soprattutto oggi. 

La notizia choc 

Si sa, molto spesso quando apriamo i quotidiani, siamo inondati da notizie negative.  Soprattutto in questo anno di pandemia, le pagine si sono riempite di tragedie, storie commoventi, notizie sempre più pesanti. Oltre a queste le polemiche, le rivolte, gli scontri politici e chi più ne ha più ne metta. È appena passato il 1 maggio, giornata dedicata al lavoro e ai lavoratori, e pochi giorni da questo, leggiamo una notizie che ci fa riflettere, ci fa stringere il cuore. Luana D’orario non aveva compiuto neanche 23 anni, era mamma da poco ed era una ragazza bellissima, piena di amore e gioia. È morta nella fabbrica nella quale lavorava, risucchiata da un rullo, davanti a tutte le sue colleghe. Un evento choc, che ci fa sprofondare in uno stato di angoscia ma che, più che altro, ci fa riflettere sulle tragedie nei luoghi del lavoro. Luoghi che sono stati dimenticati in un anno di sofferenze.   
 

L’esigenza di mettere al centro il lavoro

Oggi c’è davvero bisogno di mettere al centro il lavoro; i luoghi, la sicurezza, le tutele.  E oltre a questo, bisogna tornare a parlare dei lavoratori, dei loro sacrifici, della dedizione che mettono in quello che fanno. Non bisogna spostare l’attenzione dalle difficoltà che vivono molti italiani. Luana ci ricorda che non si muore solo di Covid. Ci ricorda l’urgenza di creare ambienti di lavoro tutelanti, che non permettano di far morire una 22enne attaccata alla vita. Ed è una storia importante da menzionare perché essere giovani, madri, forti, in questo presente non è sempre facile. 
 
Molte donne e famiglia sono state messe fin troppo a dura prova. Stanno combattendo contro una crisi schiacciante, portano avanti quotidianità complicate da gestire. Noi non diamo loro la giusta importanza, la giusta memoria. Non ci rendiamo conto di chi, in controcorrente, sta nuotando in un mare di difficoltà. Forse questa storia, della giovane Luana D’Orazio, può essere l’esempio di un cambiamento verso una sicurezza maggiore nei posti di lavoro. Una tragedia che ci deve ricordare di rispettare la dignità di chi, con sacrificio, sta lottando per andare avanti.
 

Inaccettabili vittime 

 
Negli ultimi 5 anni ci sono stati in media 642 mila incidenti sul lavoro annuali e se si guarda alle vittime, si osserva che in media sono decedute sul lavoro 1.072 persone all’anno. A pochi giorni dal 1 maggio, in Toscana si continua a morire nelle fabbriche. Risucchiata dal rullo nel quale era rimasta impigliata, con il corpo straziato davanti ai colleghi. Nessuno dovrebbe fare una fine così, soprattutto se si è giovani, madri di un bambino di 5 anni, pieni di sogni.

Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, è sotto choc e leggiamo sul Corriere della Sera le sue parole:

«È una tragedia che colpisce tutta la comunità e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane. Aveva avuto un figlio da poco, era felice. Siamo vicini al piccolo e a tutta la famiglia».

Anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri:
«A 22 anni si ha una vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno progetti e sogni da realizzare — dice —. Morire ancora sul lavoro non è accettabile. Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al lavoro e non fa più ritorno a casa. Certo poi ci sono le verifiche, le inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o monetizzare. Dobbiamo riportare centrale il tema della sicurezza sul lavoro nelle aziende». 
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