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Un mese di guerra in Ucraina, perché niente sarà più come prima

A un mese esatto dall'inizio della guerra in Ucraina con l'invasione della Russia, alcune riflessioni e auspici, affinché il conflitto possa terminare il prima possibile.

Il 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha dato il via all’invasione dell’Ucraina. A un mese esatto dall’inizio della guerra in Ucraina con l’invasione della Russia, lo scrittore e libraio Carlo Picca condivide alcune riflessioni e l’auspicio che il conflitto possa terminare il prima possibile.

Un mese di guerra in Ucraina

Ad un mese esatto dall’inizio in Ucraina di questo ennesimo orrore che lascia sgomenti i nostri occhi, a causa purtroppo di migliaia di vite perse e chissà quante ancora ce ne saranno nei prossimi giorni, penso una cosa su tutte, che questo conflitto sta cambiando radicalmente il nostro modo di vivere. Ovvero che se avevamo assistito con speranza al crollo dei muri con tutto un senso positivo adesso all’opposto vediamo crollare il ponte tra due mondi: il nostro e i popoli dell’est.

Berlino nel 1989 ci aveva fatto sognare molto e bene perché come diceva Emanuele Severino: “le sapienze dell’Oriente sono la preistoria dell’Occidente”. Quel “ponte gettato tra i due Mondi”, non solo non si è più realizzato, ma sembra crollare per sempre, e tutto ciò, dividendo uomini e commerci, sta portando inevitabilmente a un aumento dei prezzi generalizzati che genererà speculazione e povertà, e non mi sembra affatto poco, ma anche e soprattutto questo vento di guerra porta con sé un crollo interiore fatto di confusione e incertezze per le nostre anime.

Molti di noi dinanzi alle informazioni che giungono si sentono afflitti perché impotenti e inermi, ma noto anche che ci rende soprattutto divisi, c’è chi pensa come me che sia sbagliato dare armi e non lavorare per la pace e c’è chi invece pensa che la guerra vada continuata costruendo l’idea di un unico nemico non curanti di tutti i conflitti e le disparità che ci sono nell’intero pianeta che andrebbero affrontati e risolti, come questo, da uomini di buona volontà che non ci sono.

Così penso ad Ettore quando venne trascinato cadavere dietro al carro. Ad Achille quando vendicò Patroclo e penso all’odio antico che muove le guerre e dove il ragionamento diviene una stella polare sbiadita perché ragione significa misura; e qui invece si vuole superare e crescere oltre ogni “ratio” e si spendono per le armi i soldi che non c’erano per la scuola e per la sanità.

Così di contraltare mi viene di ricordare Umberto Eco non solo quando apostrofava il web, ma anche quando, nel “Cimitero di Praga“, scriveva:

“Il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l’odio come passione civile. Il nemico è l’amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale. È l’amore che è una situazione anomala.”

Bene seminiamo Amore, Pace, non guerra! Restiamo Umani!

Carlo Picca

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