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Mariupol, la tragedia umanitaria e la resistenza ucraina

L’esercito russo ha bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol. Ci affidiamo alle parole dello scrittore e libraio Carlo Picca per rendere in parole lo sgomento che inevitabilmente portano notizie come queste.

L’esercito russo ha bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol, in Ucraina. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, un missile di precisione ha devastato una struttura affollata di partorienti. Tre le vittime ufficiali tra cui una bambina, dicono fonti ucraine, e almeno 17 feriti tra bambini e donne partorienti. Il presidente ucraino Zelensky parla di “crimine di guerra”. Mentre emergono ricostruzioni diverse dell’accaduto tra i media ucraini e russi, ciò non toglie che quanto stia succedendo in Ucraina ciò è inammissibile. Ci affidiamo alle parole dello scrittore e libraio Carlo Picca per rendere in parole lo sgomento che inevitabilmente portano notizie come queste.

Mariupol, la tragedia umanitaria

Ci hanno devastato l’anima le immagini che dall’Ospedale di Mariupol sono arrivate in tutto il mondo quasi in tempo reale. Il punto d’impatto si vede bene, un cratere profondo 6 metri e largo 15, circondato da neve che cadeva al momento del bombardamento. Fotografie che raccontano l’effetto di un attacco missilistico sull’edificio quasi del tutto distrutto e di pazienti e soccorritori in preda al panico e allo sgomento. Con i loro visi ritratti che raccontano più di ogni parola quello che deve essere accaduto in quei frangenti. Pare siano tre i morti sin ad ora accertati fra i quali un bambino di 6 anni. Dai video si apprende che c’è stato uno spostamento d’aria che ha attraversato l’ospedale da una parte all’altra. Questi mostrano anche l’interno del complesso sanitario devastato, con i muri completamente abbattuti, e le culle e i letti scaraventati ovunque, e le finestre che non esistono più. Molti degenti sono stati trafitti da oggetti trasformati in proiettili.

Mentre siamo tutti sconvolti per i fatti di Mariupol bisogna ricordare che Putin, un attacco alla popolazione civile e ai bambini lo ha fatto già ad Aleppo con il dittatore siriano Assad e che noi allora ci occupavamo di altro. Mentre c’è chi in occidente aspetta che ci sia in Russia un colpo di stato, mentre c’è chi pensa che la potenza sovietica stia utilizzando solo il 5% della sua forza militare e che presto invaderà l’Ucraina a rischio di ulteriori massacri, ecco in tutto questo la diplomazia non si sa bene cosa stia facendo per fermare questa assurda guerra.

La resistenza ucraina

Il popolo ucraino che sogna la libertà sta combattendo e resistendo con tutti i mezzi che ha. Il popolo russo invece è invaso dalla propaganda che gli dice che non ci sono conseguenze sui civili e stenta a far partorire un dissenso che evidentemente c’è, ma si rifugia nel silenzio o addirittura nella fuga dalla madre patria per evitare il carcere, solo per poter dire cosa si pensa o meno su questo tragico avvenimento che ci sta tutti rendendo spettatori inermi e sofferenti.

Quando finirà questo massacro?

Gli analisti militari più quotati ci dicono che Putin vincerà ma sottometterà solo in parte il popolo ucraino che resterà sempre insofferente e con sentimenti di rivalsa. E che conflitto e profughi continueranno ad aumentare fino a che la tensione ci sarà. Poi abbiamo i risvolti economici che ci dicono di un’America che si riprende quasi in toto il mercato europeo, e la Russia che cerca un abbraccio con la Cina per non implodere, e la politica nostrana e internazionale che pare proprio non riuscire a fermare tutto ciò senza una visione ed una guida pacifica e lungimirante.

La banalità del male

Di fronte a tragici fatti come quelli di Mariupol, in questi giorni di esperienza a scuola mi viene sempre più difficile rispondere ai ragazzi in classe quando mi dicono “professo’ comanda l’economia”, che a certi livelli non si vede altro che “il profumo dei soldi, del potere”. Mi viene difficile perché non sappiamo come si possa fare la guerra, arrivare a bombardare un ospedale pediatrico e uccidere senza pietà bambini malati, donne che stanno per partorire. Ci sfugge la ragione. C’è solo una parola che viene in mente ed è atrocità ma non basta a rispondere. Allora mi aiutano un po’ le parole della Arendt quando dice che il male è senza radici, senza profondità. Banale. Che per essere diversi bisogna coltivare il pensiero, così si impara a stare dall’altra parte. Ma a questa poi ci sono altre domande alle quali bisogna dare una risposta, quando finirà? Qualcuno pagherà per queste atrocità?

Carlo Picca

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