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Libertà di stampa, il pensiero di Pier Paolo Pasolini oggi più che mai attuale

Per riflettere sul presente, vi proponiamo il pensiero di Pier Paolo Pasolini circa l'importanza di tutelare la libertà di stampa e del pensiero libero

Le parole scritte nel 1972 dal poliedrico pensatore libero del Novecento italiano, Pier Paolo Pasolini, nel dibattito culturale odierno sembrano non conoscere crisi e sono ancora vive, materia di una lungimiranza intellettuale che ancora oggi stupisce e illumina.

Pasolini si rivolge contro il mero sentimento populista di una coscienza ormai atterrita ma anche sugli effetti sociali nella cultura italiana.

Le sue parole sembrano molto attuali oggi che la libertà di stampa in Italia sembra in discussione: la commissione bicamerale di vigilanza Rai – l’organo collegiale del parlamento che ha il compito di sorvegliare l’attività della tv pubblica – ha approvato un emendamento che modifica il funzionamento della cosiddetta “par condicio”, ovvero l’insieme di regole che garantisce la parità di accesso a determinati spazi nei mezzi di informazione ai vari partiti politici.

La Federazione dei giornalisti Ue ha espresso forte preoccupazione per questa proposta: secondo l’Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti della Rai, le nuove regole sulla “par condicio” siano una violazione della libertà di stampa e si accusa la maggioranza di governo di voler ridurre il servizio pubblico a proprio «megafono».

Pier Paolo Pasolini e la libertà di stampa

Difensore della libertà di stampa senza argini ma anche di tutte le libertà democratiche, Pier Paolo Pasolini, con il coraggio di essere se stessi, richiamava alla dignità morale riferendosi ai “diffusori dell’inganno” e all’immorale falange di una stampa padrona in casa e serva e servile fuori. 

Pier Paolo Pasolini ha sempre condannato con la sua arte lo spettro della censura, che mortifica e offende la pluralità delle intelligenze.

Da sempre, Pasolini si è schierato contro l’omologazione di pensiero che vuole le persone ammaestrate come foche al circo anche nelle linee di pensiero.

“Fate volgare mercimonio irridendo ai suoi valori con l’inconfessato e inconfessabile scopo di  concimare l’ignoranza e diffondere l’inganno? “

Il comunicato del sindacato Usigrai, letto giovedì sera al termine di tutti e tre i principali telegiornali della Rai (Tg1, Tg2 e Tg3), è sufficiente affinché ci si possa rendere immediatamente conto di quanto, ormai, si stia passando dalla cosiddetta par condicio alla impar condicio per quanto concerne l’informazione italiana.

Il comunicato del sindacato Usigrai

La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono.

Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio.

Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.

Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze.

Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale.

Il ruolo della libertà di stampa nella democrazia moderna

Seppur qualche forza politica sembra volersi staccare da questa proposta di cambiamento dell’offerta informativa, il pensiero e il ricordo vanno incontrollabilmente ai tempi dell’Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) società fondata nel 1927: voce e megafono del potere di allora.

Uno dei principi costituzionali espressioni di un’autentica quanto illusoria e impossibile vera e completa democrazia, dovrebbe essere rappresentato dal pluralismo.

Infatti una stampa libera, quindi sana, è un organo indispensabile di una società democratica.

Più voci, più opinioni inevitabilmente e strutturalmente diversificate, opposte ma, sempre parimenti libere di essere comparabili e discusse.

Non è futile ricordare che ci accorgiamo di alcune cose importanti dimenticate quando di esse non vi sono più tracce.

L’oblio è il vero male contemporaneo cui sommiamo una indifferenza infettiva, pur sapendo quanto la Storia continua a lasciarci.

E non possiamo poi auto-ingannarci fingendo di credere che un antistaminico possa essere in grado di curare un tumore: quello dell’ ignoranza e di un lassistico menefreghismo.

Pier Paolo Pasolini rivolgendosi ancora ai “diffusori dell’inganno” aggiunge:

“Quelli che oggi sono gli sfruttati e gli oppressi spazzeranno via voi e le vostre libertà.

Costoro sanno oggi meglio che mai che questa non è retorica millenaristica.”

Cosa si può fare per sostenere una stampa libera

Per supportare una stampa libera e autenticamente democratica si potrebbe partire partecipando attivamente ai dibattiti, leggendo giornali e media online indipendenti.

Importante è anche insegnare ai bambini e guidare le persone non più verdi a usare consapevolmente i media online per evitare di perdersi negli oscuri labirinti della disinformazione.

Supportare il diritto alla libertà di espressione e di pensiero significa di conseguenza avere una stampa libera.

“Come si è potuta esercitare tale repressione?

Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.”

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