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Casal Palocco, i social, Gassman e la profezia di Umberto Eco

Dopo l’incidente a Casal Palocco, dove ha perso la vita un bambino di 5 anni, in molti si interrogano sull'utilizzo dei social oggi e sul concetto di visibilità da raggiungere ad ogni costo

Dopo l’incidente a Casal Palocco, dove ha perso la vita un bambino di 5 anni sotto gli occhi di sua madre e della sorellina di 3 anni, entrambe rimaste ferite, l’opinione pubblica ha fortemente criticato i TheBorderline e il loro modo di fare profitto attraverso i video sui social. Secondo quanto ricostruito finora dalle forze dell’ordine, i ragazzi avrebbero noleggiato la Lamborghini all’autosalone SkyLimit di Roma e si sarebbero poi messi alla guida del veicolo per circa 50 ore, alternandosi al volante. Sull’incidente sta indagando la procura di Roma, ma intanto gli interrogativi sulla vicenda sono tanti, e portano ad un’attenta riflessione sull’utilizzo dei social oggi.

Casal Palocco, l’appello di Alessandro Gassman

L’attore Alessandro Gassmann su Twitter ha voluto lanciare un appello, chiedendo “una legge che vieti di guadagnare da YouTube, costringa chi posta a mettere sempre faccia e indirizzo email, e che sequestri gli introiti in caso di danni procurati. Ps. Se YouTuber sotto i 22 anni, punibili anche genitori. La situazione è fuori controllo e va regolata”.

 

La proposta di Gassman non convince in molti: è parere diffuso che “demonizzare youtube” non sia la soluzione, in quanto c’è la parte “sana” di questo strumento che fa divulgazione e intrattenimento in maniera corretta. Ciò, inoltre, danneggerebbe chi guadagna su Youtube in maniera lecita, i quali secondo la soluzione auspicata dall’attore potrebbero rimetterci a causa dell’uso scorretto di una minoranza. 

L’opinione di Frank Matano

Sul caso dell’incidente di Casal Palocco si è esposto anche Frank Matano, conoscitore della piattaforma Youtube che lo ha lanciato alla ribalta. In un lungo post su Instagram scrive così:

“Qual è il confine tra esprimere sinceramente sé stessi e il bisogno apparentemente fisiologico di tutti di ricevere approvazione da parte di sconosciuti su internet? Una voglia di approvazione che colpisce soprattutto i giovani, me compreso quando ho iniziato a caricare video su internet. Una voglia di esser rilevanti, di esser attuali, di esser visti. I like, i DM, le condivisioni “corazzano l’ego di chi carica a spruzzo su internet le proprie idee o la propria vita. È più facile pensare a se stessi come qualcosa di bidimensionale, sui social raccontiamo le pagine di una vita che non abbiamo mai letto”.

Inoltre aggiunge: “Questo desiderio di catturare l’attenzione colpisce anche i giornali che ogni giorno sintetizzano pericolosamente un argomento con un titolo accattivante. Certo loro lo fanno per aumentare il numero di visite e aumentare i guadagni delle pubblicità, ma è così diverso dal modo in cui ognuno di noi si autorappresenta sul web”. Secondo Matano le fondamenta del sistema internet basano su questo bisogno costante di approvazione, “malattia che sta contagiando anche gli ingenuo-boomer”.

Quindi, il riferimento diretto all’incidente di Casal Palocco: “Ho visto il canale di quei ragazzi e il sistema internet è fatto in modo che ragazzi proprio come loro facciano di tutto per aumentare quelle visite al proprio canale”. Infine, la provocazione: “Siamo nell’era giurassica dei social, arriverà il meteorite?”.

 

 

 
 
 
 
 
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La profezia di Umberto Eco

Il caso dell’incidente di Casal Palocco ci fanno tornare alla mente le parole profetiche di Umberto Eco durante una lectio magistralis tenuta all’università di Torino, nel giugno del 2015; quel giorno, Eco scatenò un ampio dibattito pubblico affermando: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli“.

Molti furono coloro che insorsero contro quella che ritennero un’arrogante manifestazione di cultura elitaria da parte del Maestro. Oggi, probabilmente, comprendiamo meglio il significato di quella constatazione: , non avendo neppure percepito il senso di quella sua semplice constatazione: i social media oggi danno visibilità e possibilità di consensi a coloro che, un tempo, non potevano avere tale attenzione se non attraverso il merito o la formazione. Per questo, con i social media oggi, come già nel 2015, “imbecilli” e “Premi Nobel” possono avere la stessa opportunità di spazio e visibilità.

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