Tutto iniziò il 15 marzo, con il primo sciopero mondiale dei Fridays for Future, il movimento a livello mondiale guidato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg in difesa dell’ambiente e del pianeta Terra. Oggi in tutto il mondo onde di ragazzi, giovani, insegnanti, attivisti sono scesi in piazza in tutto il mondo per manifestare e per protestare contro le cattive politiche delle multinazionali e degli Stati. Hanno deciso di scioperare e di non andare a scuola in nome di un futuro che forse non vedranno mai. E per questo sono stati aspramente criticati.
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I giovani, gli unici che vogliono cambiare la situazione
Accusati di “voler soltanto bigiare”, di non voler andare a scuola, di non conoscere esattamente quello che accade e di non saper bene la delicatezza del problema. Ma i giovani l’hanno capito molto bene. Anzi sembra che la speranza di un cambiamento provenga proprio da loro, gli unici che dimostrano di avere a cuore il problema e di volerlo cambiare subito.
“Sono il futuro senza futuro” si legge sui tantissimi cartelloni geniali e provocatori che si leggono nell’onda verde dei manifestanti. Sono preoccupati e dimostrano che le nuove generazioni non sono soltanto videogiochi e apatia, ma anzi sono determinati e hanno il coraggio di dire no.
Che saltino la scuola per difendere il pianeta è stato un argomento molto dibattuto, un’accusa che viene mossa loro spesso. Forse però è la dimostrazione che la scuola serve a qualcosa, perché in piazza, tra le strade di 180 città italiane sono davvero tanti i giovani che scioperano e che gridano per un mondo migliore. E forse la scuola, l’istruzione ha contribuito a questo. Questi ragazzi stanno dicendo al mondo di darsi una mossa, perché la fine sta arrivando e il tempo per cambiare le cose è sempre meno. Sono ragazzi che hanno una capacità critica, che con i loro giovani occhi guardano il mondo e vogliono salvarlo.
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