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Cinque cose che questa pandemia ci ha insegnato sul Pianeta

Il professore Guido Tonelli, fisico, nonché divulgatore scientifico, ci spiega cosa possiamo imparare oggi sul Pianeta e sugli equilibri che lo regolano

Quando una civiltà è colpita da una catastrofe, sia essa una pandemia, come quella che stiamo attraversando, o un insieme di guerre, quello che succede è che c’è una trasformazione radicale. Ce lo racconta il fisico e divulgatore scientifico Guido Tonelli, autore del libro Genesi, edito da Feltrinelli. “Quello che nascerà, il mondo che verrà fuori sarà completamente diverso rispetto a quello che ci siamo lasciati alle spalle”.

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Ogni catastrofe produce un cambiamento radicale

Di fronte a un evento catastrofico, come la pandemia che sta investendo il mondo, si cambiano radicalmente prima gli equilibri economici e poi, in qualche forma, anche quelli politici. “Se vogliamo pensare al futuro, se vogliamo pensare a come organizzare una società del futuro, bisogna partire da una consapevolezza. Dalla consapevolezza che lo sconquasso che deriverà da questa pandemia produrrà cambiamenti radicali nelle strutture sociali e forse nelle strutture politiche“. Da questa catastrofe, si augura il professor Tonelli, “può nascere qualcosa di nuovo. Un diverso asse di riferimento su cui costruire una società nuova”, che comprende i suoi errori e ne fa tesoro per il futuro. 

Dobbiamo prestare ascolto agli scienziati

Da ormai diversi anni virologi, medici, epidemiologi avevano lanciato l’allarme, ma nessuno li ha ascoltati. “Sono stati del tutto ignorati“, afferma Guido Tonelli. “Ora avete visto che in tutti i paesi si corre a costruire terapia intensive, perché negli ultimi anni c’è stata una dissennata politica di riduzione dei costi e delle spese. Infatti, il virus ha messo a dura prova anche i sistemi sanitari più efficienti“.

Cerchiamo di imparare dai nostri errori

“La prima conseguenza che mi pare di poter trarre è di imparare dagli errori che questa terribile pandemia ha evidenziato, e cercare di evitarli nel futuro”. Ma quali sono gli insegnamenti che possiamo trarre? Innanzitutto, che la conoscenza, la ricerca, le spese mediche non possono essere sacrificate. “Troppo spesso abbiamo sentito nel passato argomenti che tendevano a considerare l’innovazione e la ricerca come un lusso. Un lusso che non ci si poteva permettere, salvo scoprire ora quanto è importante l’opinione di esperti e scienziati”. 

Impariamo a rispettare gli equilibri del Pianeta

Un altro argomento riguarda il ruolo che noi come specie ricopriamo in questo pianeta. Che posto occupiamo nel complesso sistema di conflitto e di equilibro fra specie viventi? Il fatto che oggi una minuscola forma virale produca danni così devastanti, uccidendo decine di migliaia di persone, dovrebbe essere un insegnamento per il futuro. “Dobbiamo avere consapevolezza che siamo una specie che vive in simbiosi, in conflitto, in alleanza con altre specie viventi. Noi che abbiamo dominato il mondo ne abbiamo ricavato un senso di onnipotenza fuori luogo. Ora ci rendiamo conto di quanto sia fragile la nostra stessa esistenza“.

Dobbiamo comprendere la nostra fragilità

Da questa consapevolezza il primo passo è cambiare il modo di vedere se stessi. “Questo pianeta dove noi viviamo è estremamente fragile, è un pianeta che è fragile dal punto di vista ecologico,ma che è fragile anche dal punto di vista biologico. Gli equilibri che si instaurano tra le varie specie viventi sono equilibri che si instaurano attraverso conflitti e competizioni che hanno impiegato milioni di anni per stabilire determinate relazioni”. Non possiamo immagine di devastare questo sistema di equilibri e di occupare tutte le nicchie ecologiche del pianeta. E pensare che altre forme di vita non possono entrare in competizione con noi. “Noi abbiamo popolato il pianeta con 7 miliardi di persone e questa nostra espansione come specie dominante ha compresso lo spazio per moltissime altre forme di vita. E noi dobbiamo fare attenzione a non rompere questi equilibri in maniera irreversibile, essere pronti anche a tenere conto dei cambiamenti che abbiamo introdotto”.

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