Così, le giornate della novantenne Tresl scorrono lente come l’inverno sudtirolese, i ricordi fiocchi di neve che scendono a terra, portati dal vento del rimpianto, degli anni, a delineare vicende che ormai non interessano più e che nessuno rammenta, se non lei, che proprio attraverso loro si è formata, trasformata, lezione durissima eppure necessaria di un tempo che aveva preso la forma di un calore umano assente, della violenza ripetuta e gratuita, che aveva assunto le fattezze di un uomo brutale e l’imposizione di un matrimonio riparatore.
Temi che tornano ancora e ancora, velati e a volte soltanto accennati negli altri racconti, ma che hanno tutti una base comune: l’incapacità di provare o almeno di trasmettere la propria empatia. Vuoi per un motivo o per un altro, i protagonisti sembrano intrappolati dentro di loro, inabili all’empatia, allo scambio emotivo, che a volte nasce da molto lontano. L’anaffettività di Franz altro non è, allora, che la trasposizione di una mancanza che lo ha condizionato fina dalla nascita. La sua arroganza è il limite che gli permette di restare vivo e di imporre le sue decisioni a una moglie che ha, con molta probabilità, difficoltà simili e inespresse.
Inespresso è, ancora, il ricordo del vecchio in “La visita al padre”, o almeno lo è rimasto a lungo, fino a quando è emerso dal fiume carsico in cui lui stesso lo aveva condannato per tormentare il presente della figlia. E’ il silenzio, vuoi scelto per dimenticare, o imposto per convenzione, che aleggia su tutto come un velo sospeso. E’ il silenzio del bosco, rotto soltanto dai respiri degli escursionisti e dal loro affanno nella salita, è quello del freddo pungente che rende folto il pelo degli animali che vivono all’aperto, è il vuoto dei cuori, delle anime di uomini e donne che non conoscono l’amore, il rispetto, la solidarietà, e perciò non li cercano e non li sanno offrire.
Questo, e molto altro, riempie le pagine della raccolta. La grazia di Ada Zapperi Zucker è innata: si muove in punta di piedi, ma questo non le impedisce di sollevare nuvole di polvere, o meglio di neve soffice, che inumidisce, e stuzzica le risposte.
30 settembre 2012