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“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Cesare Pavese, la poesia che esprime il dolore di un amore finito

A ispirare la poesia "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" fu l'infelice storia d'amore con l'attrice americana Constance Dowling, l'ultimo amore di Cesare Pavese

“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è una poesia di Cesare Pavese, pubblicata nella raccolta omonima ed edita nel 1951 dopo il suicidio dell’autore. Il testo è incentrato sulla delusione amorosa che il poeta attraversa dopo la fine della storia con l’attrice americana Constance Dowling. 

Quando l’amore finisce…

A ispirare la poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (22 marzo 1950) è l’infelice storia d’amore con Constance Dowling. Da qui sorge l’equivalenza tra amore e morte, un connubio stretto che affonda le sue radici nella tradizione poetica precedente, da Petrarca e Leopardi. Il metro si fa più severo, rispetto al tono disteso della prima raccolta “Lavorare stanca”, e il ritmo più serrato.

Non c’è sollievo al dolore, non c’è balsamo che possa curare le ferite ormai profonde del poeta. Non si può che attendere la morte. Con la fine dell’amore si chiude ogni speranza sul futuro, l’orizzonte si restringe fino a diventare una fessura buia attraverso cui fissare la morte negli occhi. Ma è qui che inaspettatamente anche la morte assume una sua dolcezza, tingendosi del colore che hanno gli occhi dell’amata. 

La storia con Constance Dowling

Constance Dowling è stata un’attrice america, famosa negli anni Quaranta, famosa anche per essere stata una delle muse ispiratrici del poeta Cesare Pavese. Visse e recitò in Italia tra il 1946 e il 1950 e fu proprio allora che Pavese la conobbe. Egli se innamorò immediatamente e cercò disperatamente di avvicinarsi a lei, ma senza alcun successo.
Il destino li avrebbe, però, fatti incontrare una seconda volta a Torino. Lì, dopo aver trascorso alcuni giorni insieme, iniziò il loro intenso quanto breve idillio d’amore. Dopo poco tempo Constance ripartì lasciando il poeta con il cuore infranto. 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

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