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Un ricordo, la toccante poesia di Gabriele d’Annunzio sulla memoria

"Un ricordo" รจ una poesia di Gabriele d'Annunzio del 1893 che parla dell'importanza che la memoria e i ricordi hanno nella nostra vita.

“Un ricordo”, una poesia di Gabriele d’Annunzio, pubblicata nel 1893 nell’opera “poema Paradisiaco“. D’annunzio parla dell’importanza che la memoria e i ricordi hanno nella nostra vita, unendo, come sempre, una grande lirica con una grande profonditร  d’animo.  Nasceva proprio il 12 marzo 1863, l’esponente principale del decadentismo- ed estetismo- italiano.

Gabriele D'annunzio le poesie piรน celebri

Gabriele Dโ€™Annunzio, le poesie piรน belle

Gabriele Dโ€™Annunzio รจ il padre del Decadentismo italiano. Esteta e superuomo, รจ uno dei poeti che piรน hanno segnato l’immaginario poetico italiano. Scopri le sue poesie piรน celebri

La sublimazione del ricordo

Ricordare รจ bello ma, spesso, doloroso. Perciรฒ vale la pena farlo? E che importanza dobbiamo dare a questi ricordi che affiorano nella nostra mente? Che spazio gli diamo nella vita? D’annunzio, con la profonditร  decadente che l’ha sempre caratterizzato, si interroga sul valore del “ricordo”. Gioca con le parole, coi significati delle stesse e coinvolge il lettore a 360 gradi. Il poeta parla e descrive il ricordo come un’esperienza quasi mistica. La vita scorre e, in uno strato giorno, d’improvviso, tutto si ferma.

Era uno strano giorno./ Oh, il giorno tanto pallido era in torno,/ pallido tanto che facea stupore.

Il ricordo diventa cosรฌ stupore, meraviglia. L’incontro con quel ricordo fa sospendere la realtร , fa tacere persino il silenzio, e poi, purtroppo, diventa vano. (Poi, veramente, nulla piรบ si udiva.) 

D’annunzio tratta le parole con una delicatezza quasi passionale e ci colpisce. Poema Paradisiaco del 1893, diventa l’opera in cui lui sublima ancora di piรน sensazioni e passioni passate. 

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Un ricordo, la poesia di Gabriele d’Annunzio

Io non sapea qual fosse il mio malore
nรฉ dove andassi. Era uno strano giorno.
Oh, il giorno tanto pallido era in torno,
pallido tanto che facea stupore.
Non mi sovviene che di uno stupore
immenso che quella pianura in torno
mi facea, cosรญ pallida in quel giorno,
e muta, e ignota come il mio malore.
Non mi sovviene che d’un infinito
silenzio, dove un palpitare solo,
debole, oh tanto debole, si udiva.
Poi, veramente, nulla piรบ si udiva.
D’altro non mi sovviene. Eravi un solo
essere, un solo; e il resto era infinito.

Gabriele Dโ€™Annunzio

Gabriele Dโ€™Annunzio nacque a Pescara nel 1863. Studiรฒ a Firenze presso il Liceo Cicognini e conseguรฌ la licenza liceale, sโ€™iscrisse alla facoltร  di lettere di Roma. Dal 1897 al 1903 si dedicรฒ interamente alla produzione teatrale. Nel 1910 si trasferรฌ in Francia dove scrisse testi teatrali in francese. Nel 1925 Dโ€™Annunzio ritornรฒ in Italia e partecipรฒ alla Prima Guerra Mondiale come volontario. 1920 proclamรฒ la reggenza del Quarnaro. Nel 1921 lasciรฒ la politica attiva e si stabilรฌ sul Lago di Garda nella villa da lui chiamata il โ€œVittoriale degli italianiโ€. Nel 1924 Mussolini lo nomina principe di Montenevoso. Morรฌ il 1ยฐ Marzo del 1938.

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