Sei qui: Home » Poesie » “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”, la poesia in cui Dante racconta cosa vuol dire amare

“Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”, la poesia in cui Dante racconta cosa vuol dire amare

Cos'è l'amore? Dante racconta la sua visione nella poesia "Amore e 'l cor gentil sono una cosa".

Fra i diversi temi trattati da Dante Alighieri nella sua produzione poetica, l’amore riveste un ruolo di prim’ordine. Beatrice, la donna angelicata cantata dal Poeta, è infatti protagonista della maggior parte dei componimenti dell’autore. In occasione del Dantedì, ricordiamo il Sommo Poeta leggendo “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”.

Dante e il Dolce Stil Novo

Contenuto nella “Vita Nova“, il sonetto “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa” riprende la tematica dell’amore attingendo alla tradizione del Dolce Stil Novo:

“Amore e ‘l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un senza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione”.

L’amore e il “cor gentil” sono un’unica cosa, due entità inscindibili l’una dall’altra, perché solo chi ha un cuore nobile è in grado di amare realmente, o almeno questo è ciò che credevano gli esponenti della corrente stilnovistica.

È Dante stesso a spiegare, in prefazione ad “Amore e ‘l cor gentile sono una cosa”, la ragione che lo ha spinto a comporre il sonetto. Sembra che “Amor e ‘l cor gentil sono una cosa” sia nato dalla volontà dell’autore di rispondere alla domanda di un amico che gli chiedeva cosa fosse l’amore. Così, il Sommo Poeta compone questo bellissimo sonetto, poi citato anche da Francesca nel IV Canto dell’Inferno.

“Amore e ‘l cor gentil sono una cosa” di Dante Alighieri

“Amore e ‘l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un senza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione.

Falli natura quand’è amorosa,
Amor per sire e ‘l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.

Bieltate appare in saggia donna poi,
che piace a li occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;

e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d’Amore.
E simil face in donna omo valente”.

La “Vita Nova”

La Vita nuova (o Vita Nova) è la prima opera di attribuzione certa di Dante Alighieri, scritta tra il 1292 ed il 1295. Si tratta di un prosimetro nel quale sono inserite 31 liriche (25 sonetti, 1 ballata, 5 canzoni) in una cornice narrativa di 42 capitoli.

Si apre con un brevissimo proemio nel quale Dante sviluppa il concetto di memoria come magazzino di ricordi che permette di ricostruire la realtà non in ogni suo dettaglio ma con una visione di insieme.

Si può semplificare la trama dell’opera in tre momenti fondamentali della vita dell’autore: una prima fase in cui Beatrice gli concede il saluto, fonte di beatitudine e salvezza, una seconda in cui ciò non gli è più concesso, cosa che genera in Dante una profonda sofferenza, una terza in cui Beatrice muore e il rapporto non è più tra il poeta e la donna amata, ma tra il poeta e l’anima della donna amata.

Dante narra di incontrare per la prima volta Beatrice quand’egli aveva appena nove anni e nove mesi e lei nove anni e tre mesi: inizia qui la “tirannia di Amore” che egli stesso indica come causa dei suoi comportamenti.

Rivedrà poi la sua “musa” all’età di diciotto anni (1283) e dopo aver sognato il dio Amore mentre tiene in braccio Beatrice che piangendo mangia il suo cuore, compone una lirica in cui chiede ai poeti la spiegazione di tale sogno allegorico…

Il Dantedì

Il Dantedì, che ricorre il 25 marzo di ogni anno, è stato istituito nel 2020 dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro della cultura Dario Franceschini. Ma perché proprio il 25 marzo?

Il 25 marzo è riconosciuto dagli studiosi come la data di inizio del viaggio che Dante compie nell’Aldilà nella Divina Commedia. Perciò, in questo giorno si celebra il Sommo Poeta con iniziative che hanno luogo in Italia e nel resto del mondo. Il nome “Dantedì” è nato a seguito di una chiacchierata fra il giornalista Paolo Di Stefano – fra i principali promotori della giornata dedicata a Dante Alighieri – e il linguista Francesco Sabatini.

© Riproduzione Riservata