Sei qui: Home » Poesie » “Sognato per l’inverno”, la poesia di Rimbaud sull’amore in inverno

“Sognato per l’inverno”, la poesia di Rimbaud sull’amore in inverno

"Sognato per l'inverno” è una romantica poesia di Arthur Rimbaud scritta il 7 ottobre del 1870 che parla dell’innamoramento durante l’inverno.

Con l’inizio di dicembre, l’inverno si avvicina: questa è la stagione che più di tutte invita al raccoglimento e all’intimità. Il freddo ci fa preferire ambienti ovattati, luoghi e legami sicuri.

Per dare il benvenuto al mese di dicembre, leggiamo “Sognato per l’inverno”: una romantica poesia di Arthur Rimbaud, scritta il 7 ottobre del 1870 mentre l’autore si trovava in viaggio.

Come ci rivela già il titolo, questi versi coniugano il tema del sogno alla stagione invernale. Ma c’è ancora tanto da scoprire in quello che è ritenuto uno dei componimenti più belli del giovanissimo poeta maledetto.

“Sognato per l’inverno”

D’inverno, andremo in un piccolo vagone rosa
Con i cuscini blu.
Staremo bene. Un nido di folli baci riposa
In ogni morbido cantuccio.
Chiuderai gli occhi, per non veder, dal finestrino,
Le ombre della sera ghignare,
Quelle arcigne mostruosità, plebaglia
Di neri demoni e neri lupi.
Poi ti sentirai la guancia graffiata…
Un piccolo bacio, come un ragno impazzito,
Ti correrà sul collo…
E mi dirai “Cerca!” chinando la testa,
– E perderemo tempo a cercare quella bestia
– Che viaggia tanto…

Il treno, rifugio d’amore

A chiosare “Sognato per l’inverno”, la dicitura En wagon, le 7 octobre 1870. 

Sembra dunque che Rimbaud abbia composto la sua poesia proprio mentre era in treno. La data corrisponde a una delle sue fughe, in particolare la seconda, effettuata vagando per i campi e senza l’ausilio di mezzi di trasporto. Ecco da dove partire per rintracciare il tema del sogno: il poeta non viaggia davvero in treno. Però lo desidera, lo sogna.

Il treno è un mezzo di trasporto che, ancora oggi, leghiamo alla lentezza e alla magia degli incontri romantici, al gusto dolceamaro di occasioni che non tornano più. In “Sognato per l’inverno”, sentiamo tutte queste emozioni.

C’è il brivido dei baci rubati, il calore degli ambienti ovattati da sedute, tendaggi e cuscini, l’aria frizzante dei giochi di seduzione. Grande protagonista, oltre all’amore che sa di prime esperienze – del resto, nel 1870 Rimbaud non aveva che 16 anni -, l’inverno, che scorre gelido e minaccioso fuori dai finestrini, mentre i protagonisti della poesia giocano a un’ancestrale e seducente mosca cieca.

Rêvé pour l’hiver

L’hiver, nous irons dans un petit wagon rose
Avec des coussins bleus.
Nous serons bien. Un nid de baisers fous repose
Dans chaque coin moelleux.

Tu fermeras l’oeil, pour ne point voir, par la glace,
Grimacer les ombres des soirs,
Ces monstruosités hargneuses, populace
De démons noirs et de loups noirs.

Puis tu te sentiras la joue égratignée…
Un petit baiser, comme une folle araignée,
Te courra par le cou…

Et tu me diras: “Cherche!” en inclinant la tête,
– Et nous prendrons du temps à trouver cette bête
– Qui voyage beaucoup…

L’amore che scalda il freddo inverno

“Sognato per l’inverno” è una dolcissima e romantica poesia di un giovane Arthur Rimbaud innamorato. Il poeta infatti aveva solo sedici anni quando ha scritto questo componimento. Un assaggio della sua grande abilità scrittoria e della sua profondità d’animo. “Sognato d’inverno” è per una ragazza, proprio come Rimbaud ci accenna all’inizio, la sua ragazza, con la quale non vede l’ora di passare del tempo accoccolati nel piccolo vagone di un treno, tra caldi cuscini e baci infiniti. Niente impedirà loro di amarsi, il freddo della stagione o il buio precoce delle brevi giornate. L’emozione farà sussultare il bacio del poeta sulla guancia dell’amata.

Arthur Rimbaud

Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce nel 1854 a Charleville-Mézières, nella regione delle Ardenne. Data la professione del padre, capitano d’esercito, Arthur cresce esclusivamente con la madre, donna severa e rigida, molto preoccupata dell’educazione dei cinque figli, della rendita delle terre di cui è proprietaria e del buon nome della famiglia.

Nel 1862, Arthur entra all’Istituto Rossat. Allievo modello, durante gli studi ottiene innumerevoli gratificazioni e comincia a scrivere in versi. All’istituto il giovane conosce, grazie al suo professore di retorica, i grandi autori della letteratura francese.

Se ne innamora. Nel 1870 cominciano le fughe che forniscono ispirazione ai versi di Rimbaud: la prima risale al 29 agosto, quando il giovane prende un treno per giungere a Parigi, ma viene fermato prima e arrestato per vagabondaggio.

Quando, dopo mesi, il poeta arriva finalmente a Parigi, Rimbaud si apre ad una vita piena di possibilità: amicizie con celebri poeti e artisti dell’epoca, espedienti di ogni genere per guadagnarsi da vivere, versi visionari, pieni di vitalità e colori. L’amicizia con Paul Verlaine diventa fondamentale per Arthur Rimbaud: insieme, i due decidono di abbandonare Parigi e partire alla volta del Belgio.

Belgio, Inghilterra, Germania, Svizzera, Italia e Africa sono soltanto alcune delle mete raggiunte da Rimbaud nel corso della sua breve vita, piena di avvenimenti e colpi di scena. Muore il 10 novembre 1891, a Marsiglia, a seguito di una grave gangrena al ginocchio che lo aveva fortemente debilitato e costretto ad un uso spropositato di morfina per calmare i dolori.

© Riproduzione Riservata