Rabindranath Tagore è uno dei poeti più letti al mondo. La delicata ricchezza dei suoi versi riesce a trasportarci in un universo parallelo in cui la natura fa da protagonista e al tempo stesso da sfondo nelle vicende umane. Il componimento che vi proponiamo oggi è “Se tu non parli”, una breve poesia suddivisa in due strofe che, con meravigliose immagini e sinestesie, raccontano l’amore.
Se tu non parli di Rabindranath Tagore
Se tu non parli
Riempirò il mio cuore del tuo silenzio
E lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare
Come la notte
Nella sua veglia stellata
Con il capo chino a terra
Paziente.Ma arriverà il mattino
Le ombre della notte svaniranno
E la tua voce
In rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
Nel canto
Prenderanno ali
Da tutti i miei nidi di uccelli
E le tue melodie
Spunteranno come fiori
Su tutti gli alberi della mia foresta.
L’analisi della poesia
Nella prima parte della poesia l’autore esprime tutta la sua forza nel tentativo di sopportare il silenzio della persona amata, accentando la situazione. Un segno di rispetto e comprensione, un sacrificio che solo chi ama davvero può comprendere. Uno stato che accomuna l’autore alla notte stellata, che silente attende il giungere del mattino seguente.
La seconda parte del componimento si apre proprio con l’auspicio da parte del poeta dell’arrivo del mattino che allontanerà le nubi notturne, proprio come farà la voce dell’amata che prenderà il posto del silenzio.
Ed è proprio in quel momento che la voce dell’amata segnerà la rinascita dell’autore, in una specie di primavera in cui le sue parole saranno come le ali spalancate degli uccelli che lasceranno il nido per tornare a volare, mentre il suono del canto dell’amata sarà come il germogliare dei fiori sugli alberi della foresta, che non è altro che il poeta stesso che, grazie al ritorno della sua amata, rinasce e torna a vivere.
L’amore che eleva la persona
Per Tagore l’amore è qualcosa di magico e unico, capace di elevare l’animo umano oltre i limiti terrestri. Per il poeta l’amore non è solo un sentimento che unisce due persone, ma rappresenta l’unica condizione possibile per superare ogni barriera umana, avvicinando così la persona al divino.
Ed è proprio grazie a questo trasporto che l’amore riesce a dare all’autore, che egli viene trasportato in un’altra dimensione, in cui il sentimento che aumento dentro di sé gli consente superare le barriere di tempo e spazio, riuscendo ad immaginare il suono della voce della persona amata anche se lei è silente e distante.
In sintesi, l’amore è la condizione indispensabile per la persona affinché essa possa porsi in relazione con Dio, superando i limiti terrestri.
Una vita in poesia
Rabíndranáth Thákhur, in Occidente meglio noto con il nome anglicizzato Rabindranath Tagore, nasce a Calcutta il 7 maggio 1861 da una nobile famiglia bengalese. Ultimo di quattordici fratelli, Rabindranath non segue degli studi regolari, viene bensì educato dal padre, che si occupa a trecentosessanta gradi del figlio, con cui condivide anche esperienze di viaggio.
Nel 1874, la famiglia vive un momento tragico: la madre di Rabindranath muore, e il giovane va a vivere con il fratello Dwijendranath, che è poeta, musicista e filosofo, e con la cognata. Già in questo periodo, Rabindranath comincia a scrivere e comporre poesie – a questi anni risale anche “Il lamento della natura” –, che subito vengono pubblicate in diverse riviste. Nel 1878 compie il suo primo viaggio in Inghilterra e vi rimane 17 mesi. Henry Morley diviene il suo insegnante di letteratura e musica. Al ritorno in patria, Tagore compone il dramma musicale “Il genio di Valmiki” e “I canti della sera”.
Nel 1883 Tagore sposa Mrinalini Devi, che ha solo dieci anni e da cui Rabindranath Tagore avrà cinque figli. I due vanno a vivere a Ghazipur. Risale al 1890 un secondo viaggio in Europa, durante cui il poeta visita L’Inghilterra, l’Italia e la Francia. Al ritorno, compone numerose opere, fra drammi, raccolte poetiche e diari di viaggio.
Dal 1902, comincia per Tagore un grande dramma: muore la moglie. Poco dopo, muoiono anche la figlia e il figlio minore. Tagore è devastato dal dolore del lutto, che si riflette nelle poesie scritte in questo periodo. Nel 1913, dopo un terzo viaggio in Europa e moltissime poesie pubblicate, Rabindranath Tagore viene insignito del Nobel per la Letteratura.
L’uomo, che nell’ultimo periodo della sua vita si dedica alle arti figurative creando più di 2000 disegni e dipinti, muore il 7 agosto 1941.