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“U rumpiscatuli”, una poesia per ricordare Don Pino Puglisi

“U rumpiscatuli” è una poesia dialettale scritta da Francesca Bruno in memoria di Don Pino Puglisi, di cui il 15 settembre ricorre non solo l’anniversario della nascita, ma anche quello della scomparsa, avvenuta a seguito di un efferato attentato mafioso.

Il 15 settembre del 1937 nasceva a Palermo Giuseppe Puglisi, noto come Don Pino Puglisi. Presbitero, insegnante ma soprattutto educatore, Don Pino ha cercato di portare il cambiamento e seminare la legalità in un luogo profondamente segnato dalla criminalità organizzata: Brancaccio, il famoso quartiere periferico di Palermo dove la mafia si è insediata con sangue, ignoranza e violenza.

Don Pino Puglisi, la lotta alla mafia e l’amore per Palermo

Assassinato nel giorno del suo 50esimo compleanno, il 15 settembre del 1993, mentre scendeva dalla sua automobile, una Fiat 1 bianca, per rientrare a casa, Don Pino Puglisi è diventato il simbolo della lotta alla mafia, la manifestazione chiara di come, in mezzo al male e all’oscurità, possano nascere diamanti in grado di emanare luce, di moltiplicarla e propagarla.

Don Pino Puglisi ha dedicato la sua vita a Palermo, ai ragazzi di Palermo, alle vittime innocenti di un sistema malavitoso che si nutre, ancora oggi, degli anelli deboli della società: uomini, donne e bambini che non hanno altre possibilità – o pensano di non averne – e si immergono in una fitta ragnatela di illegalità e violenza.

“A questo può servire parlare di mafia, parlarne spesso, in modo capillare, a scuola: è una battaglia contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi”.

Ecco il senso della vita di Don Pino Puglisi, che ha lottato con tutto se stesso per portare un cambiamento positivo fra i giovani, convinto che proprio dalle nuove generazioni occorresse partire per giungere ad un futuro di speranza. In occasione dell’anniversario della nascita e della morte di questo grande uomo, condividiamo con voi “U rumpiscatuli”, una poesia scritta da Francesca Bruno.

Il componimento, racchiuso nella raccolta antologica “Raccolta di poesie contro la mafia”, a sua volta nata dai lavori presentati ai concorsi di poesia “Kalura” ed “Il Paladino”, è scritto in dialetto siciliano, e racconta della forza e della solitudine di Don Pino Puglisi, che c’è stato per tutti, pur non avendo, alla fine, nessuno al suo fianco.

U rumpiscatuli, di Francesca Bruno

Ron Pinu Pugghisi
era na pitrudda bianca
menzu a rina nivura.

Ntesta savia misu
a mafia ri Brancacciu
essiri ri pisu.

Ra zona alluntanatu
si ritiniu furtunatu
e commisirai chiddi c’arristaru
picchì si guastaru.

Turnari vosi a Brancacciu
pi dari a manu e u vrazzu,
cu i nichi vosi pruvari a canciari
picchì cu i granni nenti ri fari.

Comu rumpiscatuli fu vistu
e comu rumpiscatuli fu signatu.

Gioia ri picciriddi, sognu ri picciotti
spiranza ri sani, fastidiu pi tinti
e mentri Brancacciu canciamentu aspittava,
dissangatu n’terra Ron Pinu pusava.

Nuddu n’tisi ca l’aricchi s’antuppau,
nuddu vitti ca rittu tirau
ma… tutti sapianu e tutti tascianu
“a peddi è peddi”!

Raccussì finia u rumpiscatuli:
iddu pi tutti e nuddu pi iddu…

U bon semi, però, fu siminatu
e prima o ropu u viremu sbucciatu.

Il rompiscatole

Don Pino Puglisi
era una pietruzza bianca
in mezzo alla sabbia nera.

Si era convinto
che la mafia di Brancaccio
fosse un peso.

Dalla zona allontanato,
si è sentito fortunato
triste per coloro che erano rimasti
poiché erano divenuti guasti.

Volle tornare a Brancaccio
per dare mano e braccio,
con i più piccoli volle provare a cambiare
perché coi grandi non c’era più niente da fare.

Fu ritenuto un rompiscatole
e come rompiscatole fu additato.

Gioia dei bambini, sogno dei ragazzi
speranza dei giusti, fastidio dei cattivi
e mentre Brancaccio attendeva il cambiamento,
dissanguato a terra Don Pino giaceva.

Nessuno ha sentito, le orecchie tappate,
nessuno ha visto, tutti tiravano dritto
ma… tutti sapevano e tutti tacevano
“la pelle è pelle”!
Così finiva il rompiscatole:
lui per tutti, nessuno per lui…

Il seme buono, però, fu seminato
e prima o poi, lo vedremo sbocciato.

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