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Le poesie di Doğan Akçali per conoscere il dramma curdo

Le parole di dolore del poeta curdo Doğan Akçali per conoscere meglio la sofferenza della popolazione curda durante la guerra in Siria

Doğan Akçali, poeta curdo, nasce nel villaggio di Akcali, Adiyaman, in Turchia nel 1980. È un esule politico e si è trasferito in Italia da cinque anni. Ha cominciato a comporre poesie da adolescente, scegliendo poi l’italiano come lingua poetica. La poesie per Doğan Akçali è il luogo della libertà, dove poter essere finalmente liberi.

Le sue parole risentono profondamente dell’oppressione e della violenza, sono pervase di dolore, amarezza, rabbia, coraggio, romanticismo e nostalgia per gli affetti lontani. Nei suoi versi compare spesso il tema della politica, della vita quotidiana lontana dalla patria, delle mille difficoltà dell’esule, dell guerra. Il poeta le affronta sempre con orgoglio e grande energia.

La poesia è stata per me la prima esperienza di vera libertà

La poesie di Doğan Akçali sono un ottimo modo per conoscere la sofferenza e il dolore che la popolazione curda sta vivendo giorno dopo giorno, sempre più desiderosa di Pace e Libertà, durante la guerra in Siria.

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La luce santa

Mi sento come le città assediate da tutti i lati

Mi sento disperato

I sogni vengono bombardati

Le speranze vengono circondate dai fili spinati

I sentimenti vengono sparati senza scrupoli

Le gioie vengono saccheggiate

Spengono le luci negli occhi dei bambini

Fanno aumentare le grida delle madri

Mi sento come il mio paese diviso in quattro parti

Voglio credere in una luce divina

Abbraccio la mia luce

Come abbracciare la terra

Come abbracciare le stelle, le nuvole, il cielo

Come abbracciare il mare, le montagne, la natura

Come baciare la fronte della vita

E corro verso la mia luce santa

Mi perdo consapevole nella luce.

Seguendola entro in un cuore santo

E tutte le belle cose diventano l’amore

E io divento l’amore negli occhi santi

Come Luce Santa.

 

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Il mare non è più limpido

Il mare non è più blu

Le grida sono rimaste

Le vite trattenute dalle alghe

Il mare non è più limpido

I pesci hanno pianto i bambini

E il mare ha raccolto le onde

Le onde si sono arrabbiate

I corpi senza vita sulla spiaggia

Il mare non è stagnante

Che tante vite ha rubato!

Quante lacrime hanno versato!

E quanto aspettare impotente!

Il mare è l’inizio di una storia triste.

 

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Il tempo

E l’assassino è venuto con la morte

E la morte ha conosciuto il suo tempo

Il tempo è già in silenzio

Sul tempo ci sono le macchie di sangue.

Sul tempo ci sono le tracce dei proiettili.

E la pace è stata colpita

L’uomo di pace è stato colpito

I piccioni della pace sono stati colpiti

Il giorno ha cominciato a piangere

Il sole ha taciuto

Ed il tempo si è vergognato di sé.

Ma l’umanità non si è vergognata

E l’assassino ha cominciato a prendere ogni giorno un corpo.

L’assassino è abituato ad uccidere

E ora a chi tocca?

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