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“Pasqua”, la poesia di Ada Negri che ci ricorda i simboli della festa

La Pasqua è da sempre simbolo di ritrovata condivisione e di armonia. Per questo, oggi vi proponiamo la lettura di “Pasqua”, una poesia di Ada Negri che ci ricorda l’inestimabile valore della pace.

Pasqua di Ada Negri è una poesia che celebra la pace e la rinascita. C’è bisogno di versi come quelli di Ada Negri, che purtroppo non vengono ascoltati. C’è bisogno di poesie come questa per 

La Pasqua è amore, è pace, è rinascita, è bellezza. È la poesia della poetessa nata a Lodi nel 1870, ci dona questi messaggi e questi valori. 

La poesia è vita ci piace ripetere e Pasqua è l’esempio lampante che attraverso questa forma espressiva si dona il meglio al prossimo.

Leggiamo insieme la poesia di Ada Negri.

Pasqua di Ada Negri

Io canto la canzon di primavera,
andando come libera gitana,
in patria terra ed in terra lontana,
con ciuffi d’erba ne la treccia nera.

E con un ramo di mandorlo in fiore
a le finestre batto e dico: Aprite,
Cristo è risorto e germinan le vite
nove e ritorna con l’April l’amore!

Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.

Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza;
io passo e canto che vita è bellezza,
passa e canta con me la primavera.

La Pasqua è amore, bellezza, rinascita, pace

Non occorrerebbe spendere parole dopo la lettura di “Pasqua”. Quanto bisogno abbiamo di leggere o ascoltare queste parole? Quanto desiderio abbiamo di aprire la finestra e ammirare la bellezza di un mondo di pace, di speranza, di futuro?

Nella prima quartina, la poetessa parla in prima persona identificandosi ad una “libera gitana” libera di muoversi da una terra all’altra portando tutta l’energia positiva della primavera appena arrivata. La primavera è la stagione in cui cade la Pasqua che guarda caso sono entrambe espressione della rinascita. 

Nella seconda strofa della poesia, il “ramo di mandorlo in fiore”, che è proprio l’essenza della rinascita, incita ad aprirsi al mondo. La simbologia del “Cristo risorto” spinge alla resurrezione del proprio essere e all’apertura nei riguardi del prossimo.

L’amore guida ogni cosa e l’arrivo del mese di aprile rende esplicito il concetto che la grande bellezza primaverile merita di essere vissuta insieme agli altri.

Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.

Questa è la quartina che ogni essere vivente dovrebbe scolpire nella propria anima. Pace e amore devono diventare l’essenza della vita sulla terra, alla ricerca di quel paradiso di cui tutti sono in cerca. 

L’umanità intera dovrebbe aprirsi all’amore, solo così si può raggiungere la felicità e si può godere di quella bellezza che è la vita e la natura in tutto il suo splendore. 

Ada Negri conclude la poesia con un appello:

Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza;

Bisogna saper aprire i cuori per far entrare l’eterna giovinezza, ovvero quella, ingenuità, allegria, gioia, felicità che tutte le filosofie e le religioni invitano a trovare. 

Sarebbe semplice se i versi di questo magico canto fessero assimilati e condivisi. Purtroppo, non è così.

La vita è il dono più grande che ci è stato fatto e la Terra è quel paradiso che dovremmo amare e curare. Vita e Terra sono la bellezza assoluta, sono l’essenza della primavera.

Chi è Ada Negri

Ada Negri nasce a Lodi nel 1870. Vive un’infanzia difficile perché, rimasta orfana di padre, si adatta alle difficoltà economiche che si prospettano dopo la morte dell’unica persona che porta il pane a casa.

La mamma e la nonna fanno di tutto per non far mancare alla piccola Ada il necessario, e la mamma in particolare lavora incessantemente per permetterle gli studi.

Così, dopo tante fatiche e immani sacrifici da parte di tutta la famiglia, nel 1887 Ada conclude il percorso scolastico e diventa finalmente maestra. È in questi anni di ritrovata serenità che la giovane donna incomincia a scrivere poesie.

Nasce nel 1892 la prima raccolta, “Fatalità”, salutata con entusiasmo da Giosuè Carducci.

La vita sentimentale di Ada Negri è costellata di insuccessi e delusioni. Ma, da una delle relazioni intraprese, culminata con un matrimonio, nascono due bimbe. Una delle due, Vittoria, muore a un mese di vita. Bianca, invece, cresce profondamente amata dalla madre, ed è a lei che sono dedicate numerose poesie.

La fama di Ada Negri cresce vertiginosamente, tanto che la poetessa ottiene prestigiosi premi e accarezza anche la possibilità di ricevere il Nobel. È la prima donna ad essere ammessa all’Accademia d’Italia. Ada Negri muore a Milano l’11 gennaio 1945..

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