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“Ode all’estate” di Pablo Neruda e la sensualità della natura che esplode

In attesa delle celebrazioni di San Giovanni che segnano l'inizio dell'estate, rileggiamo oggi “Ode all'estate” del poeta cileno Pablo Neruda

Pablo Neruda (1904-1973) è uno dei poeti più letti e più amati al mondo, soprattutto tra i giovani. Sono molti i ragazzi che si accostano con entusiasmo all’opera del poeta cileno e valicano così per la prima volta – senza timidezza – i cancelli della poesia. Tra i maggiori estimatori della poesia di Neruda c’è Gabriel Garcia Marquez il quale lo definì addirittura “il più grande poeta del ventesimo secolo, in qualsiasi lingua”. In attesa delle celebrazioni di San Giovanni che segnano l’inizio dell’estate, rileggiamo oggi “Ode all’estate”, tratta da “Poesie di una vita” (Parma, Guanda 2008).

Ode all’estate

Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde,
labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra
la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio, entra
nell’officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate.

Poesie di una vita

La raccolta offre una vasta scelta della poetica di Neruda: è un lungo e appassionante viaggio al cuore di Pablo Neruda, con pagine intense e vibranti che spaziano dalle composizioni giovanili delle “Venti poesie d’amore e una canzone disperata” del 1924 ai grandi libri della maturità come “Cento sonetti d’amore” e “Stravagario”, passando attraverso il surrealismo, l’impegno e il fervore politico dei tre volumi delle “Residenze”. Un itinerario che, seguendo le principali tematiche dei poeta cileno – l’amore, la lotta, gli ideali, la natura, la memoria -, consente al lettore di avvicinarsi al suo mondo palpitante e umano, intimo e insieme universale o, per chi già lo conosce, di scoprirne nuove, inaspettate sfumature.

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