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“Ode all’estate” (1954) di Pablo Neruda e la sensualità della natura che esplode

“Ode all'estate” del poeta cileno Pablo Neruda celebra i profumi, i suoni e i sapori della calda stagione.

Pablo Neruda (1904-1973) è uno dei poeti più letti e più amati al mondo, soprattutto tra i giovani. Sono molti i ragazzi che si accostano con entusiasmo all’opera del poeta cileno e valicano così per la prima volta – senza timidezza – i cancelli della poesia. Tra i maggiori estimatori della poesia di Neruda c’è Gabriel Garcia Marquez il quale lo definì addirittura “il più grande poeta del ventesimo secolo, in qualsiasi lingua”.

Ode all’estate”, tratta da “Poesie di una vita” (Parma, Guanda 2008), è un componimento dai versi e dalle sonorità evocative che racconta i profumi dell’estate.

“Ode all’estate” di Pablo Neruda

Estate, violino rosso,
nuvola chiara,
un ronzio
di catena montuosa
o di cicala
ti precede,
il cielo
a volta,
liscio, luccicante come
un occhio,
e basso il suo sguardo,
estate,
pesce del cielo
infinito,
elitra lusinghiera,
pigro
letargo
pancino
di ape,
sole indiavolato,
sole terribile e paterno,
sudato
come un bue lavorando,
sole secco
nella testa
come un inaspettato
garrotoazo,
sole della sete
camminando
per la sabbia,
estate,
mare deserto,
il minatore
di zolfo
si riempie
si riempie
di sudore giallo,
l’aviatore
percorre
raggio a raggio
il sole celeste,
sudore
nero
scivola
dalla fronte
agli occhi
nella miniera
di Lota,
il minatore
si stropiccia
la fronte
nera,
ardono
le sementi,
scricchiola
il grano,
insetti
azzurri
cercano
ombra,
toccano
la freschezza,
sommergono
la testa
in un diamante.

Oh estate
abbondante,
carro
di mele
mature,
bocca
di fragola
in mezzo al verde,
labbra
di susina selvatica,
strade
di morbida polvere
sopra
la polvere,
mezzogiorno,
tamburo
di rame rosso,
e a sera
riposa
il fuoco,
la brezza
fa ballare
il trifoglio, entra
nell’officina deserta;
sale
una stella
fresca
verso il cielo
cupo,
crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate.

La sensualità dell’estate

Con versi asciutti e agili, Pablo Neruda ci racconta l’estate. La frutta saporita, il colore vivido, le strade brulicanti di polvere e di sole…

Le immagini si rincorrono, una dietro l’altra, per descrivere una stagione che profuma di calore, di fortuna e di libertà.

La stagione è invocata più e più volte all’interno del componimento, che si divide in due strofe e si caratterizza per la preponderante presenza di immagini retoriche di significato, principalmente metafore e similitudini.

Perché, in fondo, cosa c’è di più evocativo di un frutto maturo, dolce e vivace per raccontare l’estate? O di un cielo notturno terso e trapunto di migliaia di stelle?

Con “Ode all’estate”, Pablo Neruda ci regala un momento di pura contemplazione, in cui lo sguardo del poeta dialoga con la sua penna per farsi tramite di sensazioni universali.

Poesie di una vita

La raccolta offre una vasta scelta della poetica di Neruda: è un lungo e appassionante viaggio al cuore di Pablo Neruda, con pagine intense e vibranti che spaziano dalle composizioni giovanili delle “Venti poesie d’amore e una canzone disperata” del 1924 ai grandi libri della maturità come “Cento sonetti d’amore” e “Stravagario”, passando attraverso il surrealismo, l’impegno e il fervore politico dei tre volumi delle “Residenze”.

Un itinerario che, seguendo le principali tematiche dei poeta cileno – l’amore, la lotta, gli ideali, la natura, la memoria -, consente al lettore di avvicinarsi al suo mondo palpitante e umano, intimo e insieme universale o, per chi già lo conosce, di scoprirne nuove, inaspettate sfumature.

Pablo Neruda

Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, meglio noto con lo pseudonimo Pablo Neruda, nasce in Cile nel 1904 da un’umile famiglia, che cerca di garantirgli una vita serena e felice nonostante le difficoltà economiche.

Pablo Neruda va a scuola e si iscrive persino all’università ma, alla fine, non riesce a portare a termine gli studi, così decide di arruolarsi nel corpo diplomatico cileno.

Così, il giovane viaggia molto, poiché presta servizio in diversi paesi negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Appassionato di lettere e scrittura, Pablo Neruda in Spagna fa la conoscenza di García Lorca e di Alberti, che diventano quasi una fonte di ispirazione per l’uomo, che si avvicina alla poesia modernista.

Allo scoppio della guerra civile, Pablo Neruda prende una netta posizione contro Franco, e si colloca sempre di più fra quegli intellettuali impegnati che guardano con favore al socialismo.

Perciò, rientrato in Cile, aderisce al Partito Comunista Cileno e si impegna politicamente. Sono questi gli anni in cui Neruda, infatti, viene eletto senatore. Quando la situazione politica cambia in Cile, e gli esponenti del Partito Comunista vengono esiliati, Pablo Neruda è costretto a lasciare nuovamente il suo paese per poi rientrarvi, grazie ad un’amnistia, nel 1952.

Pablo Neruda, che viene riabilitato politicamente con l’elezione del presidente Allende, muore in Cile nel 1973.

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