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“Cammino fiero”, la poesia di Samih al-Qasim che canta la pace

L’11 maggio 1939 nasceva uno dei più amati poeti palestinesi, Samih al-Qasim. Lo ricordiamo leggendo “Cammino fiero”, una poesia che canta il desiderio di pace.

L’11 maggio 1939 nasceva nel piccolo villaggio di al-Zarqa Samih al-Qasim, uno dei poeti palestinesi più letti e amati in tutto il mondo. Ha dedicato la vita e la produzione letteraria alla sua terra, la Palestina, distrutta dal disastro del conflitto israelo-palestinese. Oggi vogliamo ricordare il poeta arabo condividendo con voi una sua breve poesia che esprime un grande bisogno, un grande desiderio di pace.
Leggiamo insieme “Cammino fiero”.

Cammino fiero

Cammino fiero,
cammino a testa alta

Porto in mano un ramo d’ulivo
e il corpo sulle mie spalle
e cammino, e cammino

Il mio cuore è una luna rossa
il mio cuore è un giardino
pieno di bacche e basilico.

Le mie labbra sono un cielo che gronda a volte fuoco,
a volte amore

Porto in mano un ramo d’ulivo
e il corpo e sulle mie spalle
e cammino, e cammino.

Desiderio di pace

Questa emozionante poesia di Samih al-Qasim è stata scritta per la Palestina, l’amata terra perduta dopo il terribile conflitto israelo-palestinese, di cui ancora oggi sentiamo l’eco inconfondibile. Gli atti terroristici di una e dell’altra fazione, le rimostranze pubbliche nei giorni di festa a Gerusalemme, le innumerevoli persone sfollate, che hanno perso la propria casa e, con essa, ogni sprazzo di felicità… Quando comincia una guerra, il dolore e le sofferenze inseguono i popoli coinvolti per anni, per generazioni.

 

Perciò, un componimento che è stato concepito per una guerra che è scoppiata nel 1948, riveste un carattere assolutamente universale: chi, leggendo questi versi accorati, non ha pensato alla guerra in Ucraina o alla guerra in Yemen, o a quelle che stanno interessando gli Stati africani in questi anni? Il desiderio di pace cantato da Samih al-Qasim rappresenta ed esemplifica il desiderio di pace di chiunque sia vittima della guerra. Quell’immagine dell’uomo che porta con sé un ramoscello d’ulivo – albero tipico della Palestina – e cammina incessantemente pensando, ripensando, piangendo e sognando, è l’immagine di tutti gli uomini, le donne e i bambini che hanno visto la loro terra cadere sotto i colpi delle armi e delle bombe.

Ed è bellissimo guardare, con gli occhi della mente, a quest’uomo, l’io lirico del componimento, che cammina “fiero”, pieno di orgoglio, e non perde le speranze, perché ha il cuore pieno di buone intenzioni e di sentimenti forti, come quello che lo lega alla sua amata patria.
La poesia “Cammino fiero” è stata anche musicata dall’artista libanese Marcel Khalife, compositore, cantante e suonatore di oud che ha voluto trasformare in musica un componimento simbolo della resistenza a qualunque genere di guerra.

Samih al-Qasim

Samih al-Qasim nasce da genitori drusi nel villaggio di al-Zarqa’, in Transgiordania, l’11 maggio del 1939. Da bambino, prima che la guerra cominci ad infuriare in Palestina, conduce una vita tranquilla e serena. Ad al-Zarqa’ frequenta la scuola fino al 1948, quando scoppia il conflitto israelo-palestinese e ha inizio la “nakba”, la “catastrofe” che segna per sempre la vita dei palestinesi. Infatti, il giovane Samih e i suoi genitori sono costretti, come tutti gli arabo-palestinesi, a lasciare la propria casa. La famiglia al-Qasim si trasferisce quindi a Nazaret, dove Samih conclude gli studi.

A proposito del giorno in cui la famiglia è costretta ad abbandonare la sua casa, il poeta scriverà anni dopo: «Mentre ero ancora a scuola elementare la tragedia palestinese si è verificata. Ritengo che la data 1948 sia la mia data di nascita, perché le prime immagini che posso ricordare sono di quella guerra. Il mio pensiero e le immagini nascono dal numero 48.» Samih al-Qasim è uno di quegli intellettuali che ha accettato la cittadinanza israeliana ed è rimasto nella sua terra anche dopo la fondazione dello Stato d’Israele.

Giornalista apprezzato e prolifico, al-Qasim scrive per Al-Ittihad, Al-Jadid, Index e altri giornali arabi di spessore. Insieme a Mahmoud Darwish e ad altri intellettuali dell’epoca, aderisce al Partito Comunista Israeliano e, a causa delle sue posizioni politiche, viene imprigionato diverse volte e allontanato dalla sua professione d’insegnante. Samih al-Qasim ha pubblicato moltissime raccolte poetiche, ed è stato incluso nella prima antologia di letteratura della Resistenza palestinese curata nel 1968 da Ghassan Kanafani a Beirut. Muore nel 2014 dopo una lunga malattia.

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