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“La luna di Kiev”, la poesia di Gianni Rodari sulla pace e l’uguaglianza

La luna di Kiev di Gianni Rodari è una poesia che ci ricorda il fatto che siamo tutti sotto lo stesso cielo, un inno di pace e uguaglianza di cui oggi abbiamo quanto mai bisogno

Sono trascorsi due anni dall’invasione russa di Kiev: era il 24 febbraio 2024 quando la Russia diede il via a una ‘operazione speciale’ su larga scala in Ucraina.

Sono ancora giorni difficili a Kiev e nelle altre città ucraine: tutti ci stringiamo introno al popolo ucraino in segno di solidarietà, nella speranza che l’incubo della guerra possa cessare il più presto possibile.

A ricordarci della solidarietà tra gli uomini e al fatto che siamo tutti sotto lo stesso cielo c’è una poesia di Gianni Rodari: La luna di Kiev, tratta dalla raccolta Filastrocche in cielo e in terra pubblicata da Einaudi nel 1960.

La luna di Kiev

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.

Tutti uguali sotto lo stesso cielo

La luna di Kiev è una filastrocca per bambini e non contiene nessun riferimento alla guerra. Tuttavia, le parole di Gianni Rodari risuonano più che mai attuali oggi, nel giorno in cui ricorre il primo anniversario di guerra in Ucraina. Le parole in rima di Rodari ci ricordano che siamo tutti sotto lo stesso cielo, che l’umanità intera è unita al di là della violenza, delle differenze culturali e politiche.

La luna raccontata da Rodari è la luna di tutti, capace di parlare all’umanità intera e di donare preziosi consigli capaci di alimentare l’immaginazione e la conoscenza. Rodari la interroga con l’innocenza di un bambino, domandandosi chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma. I raggi della luna illuminano tutto il mondo senza fare alcuna distinzione, lanciando un messaggio pacifista e di uguaglianza e solidarietà tra gli uomini.

La luna offre luce a tutti quanti, dal Tevere al Mar Morto, e dunque abbraccia la città di Roma così come la capitale Ucraina, Kiev. La luna può viaggiare senza passaporto, sottolineando come sia “democratica” e capace di raggiungere tutti senza barriere.

Una luna che, suo malgrado, oggi nei territori dell’Ucraina vede il cielo brillare a causa dei bombardamenti, che non si sono mai fermati in questi due anni di guerra, e che hanno costretto la popolazione, terrorizzata, a nascondersi in bunker, parcheggi sotterranei e metropolitane.

Gianni Rodari

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni nasce ad Omegna nel 1920, da una famiglia proprietaria di un piccolo forno. Qui, il piccolo Gianni frequenta i primi anni di scuola, fino a quando non è costretto a trasferirsi nel paese natio della madre in seguito alla prematura morte del padre.

Nel 1931, la madre lo fa entrare nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso in provincia di Milano, ma si rende conto ben presto che questa non è la strada giusta per il figlio. Così, nel 1934 Gianni comincia a studiare alle scuole magistrali.

Divenuto maestro, Gianni Rodari è obbligato a vivere, come tutti i suoi coetanei, il trauma della guerra – a cui pure lui non partecipa perché esonerato a causa della salute cagionevole – e della perdita dei suoi cari.

Sono diverse, infatti, le poesie e le filastrocche che l’autore dedicherà al tema. Rodari muore a causa di un improvviso malore nel 1980, all’età di 59 anni.

Giornalista, scrittore, poeta specializzato nella letteratura d’infanzia e pedagogista, Gianni Rodari è autore di numerose e varie opere, fra cui spicca il capolavoro “La grammatica della fantasia”, che lo ha reso uno scrittore amatissimo dai più piccoli.

I racconti e le poesie di cui è autore hanno contribuito enormemente all’innovazione del canone letterario italiano dell’infanzia.

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