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Apollinaire, la Senna e l’amore impossibile nella poesia “Il ponte Mirabeau”

"Il ponte Mirabeau" è una bellissima poesia in cui Guillaume Apollinaire canta un amore tanto grande quanto impossibile.

Attraverso la metafora delle sponde del fiume, che essendo parallele non si toccano mai, Guillaume Apollinaire descrive un amore irrealizzabile. “Il ponte Mirabeau” è una splendida poesia in cui la Senna, le sue due sponde, la rive droite e la rive gauche, e il ponte Mirabeau fanno da cornice a due giovani che si sono tanto amati nel passato, e i cui destini si sono ormai separati. 

“Il ponte Mirabeau” è tratta dalla raccolta “Alcools“, pubblicata per la prima volta nel 1913. Leggiamo insieme la poesia in traduzione italiana, curata da Giorgio Caproni, e nella sua versione originale in lingua francese, per apprezzare tutta la musicalità propria dello stile di Apollinaire.

Il ponte Mirabeau di Guillaume Apollinaire 

Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
E i nostri amor
Che io me ne sovvenga
La gioia mai mancò dopo il dolor

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

Le mani nelle mani restando faccia a faccia
Lasciam che giù
Sotto l’arcata delle nostre braccia
D’eterni sguardi  passi l’onda lassa

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

L’amore se ne va come va la corrente
L’amore va
Come la vita è lenta
E come la Speranza è violenta

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora

Giornate e settimane il tempo corre
Né più il passato
Né più l’amore torna
Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre

Venga la notte rintocchi l’ora
I giorni se ne vanno io non ancora.

Le pont Mirabeau, Guillaume Apollinaire 

Sous le pont Mirabeau coule la Seine
Et nos amours
Faut-il qu’il m’en souvienne
La joie venait toujours après la peine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Les mains dans les mains restons face à face
Tandis que sous
Le pont de nos bras passe
Des éternels regards l’onde si lasse

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

L’amour s’en va comme cette eau courante
L’amour s’en va
Comme la vie est lente
Et comme l’Espérance est violente

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure

Passent les jours et passent les semaines
Ni temps passait
Ni les amours reviennent
Sous le pont Mirabeau coule la Seine

Vienne la nuit sonne l’heure
Les jours s’en vont je demeure.

Guillaume Apollinaire

Guglielmo Alberto Wladimiro Alessandro Apollinare de Kostrowitzky, meglio noto con lo pseudonimo Guillaume Apollinaire, nasce a Roma nel 1880. La madre è una nobildonna di origine polacca che da anni vive a Roma. Il padre, che decide di non riconoscere il piccolo, è un ufficiale originario del Cantone dei Grigioni.

L’infanzia e l’adolescenza di Guillaume Apollinaire sono segnate dai continui viaggi intrapresi dalla madre, che si sposta da Monaco a Cannes, e da Cannes a Nizza, per poi raggiungere finalmente Parigi nel 1899.

In questo contesto di frequenti e repentini cambiamenti, il giovane coltiva, in parallelo ai suoi studi, la passione per la letteratura e la scrittura, e si avvicina ai movimenti e agli intellettuali avanguardisti, fra cui Giuseppe Ungaretti, Max Jacob e Pablo Picasso.

Apollinaire viaggia in giro per l’Europa, assetato di cultura e conoscenza e, pur di guadagnare qualcosa, accetta incarichi passeggeri e mediocri, finché non ottiene un incarico in Renania, dove viene assunto in qualità di precettore.

Nella nobile dimore in cui lavora, Apollinaire incontra Annie, una giovane governante di origini britanniche di cui l’artista si innamora perdutamente. Annie, tuttavia, è terrorizzata dagli sguardi intensi dell’uomo e dal fervore delle sue dichiarazioni. Dalla relazione mancata con questa donna, nasce la celebre “Chanson du Mal-aimé”.

Tornato a Parigi, Guillaume Apollinaire comincia a frequentare i circoli letterari ed artistici e nel 1903 fonda una rivista, “Le festin d’Europe”. La vita scorre tranquilla e dolce, fra i Café, gli atelier e gli incontri con artisti che cercano un nuovo modo per esprimersi e comunicare.

È in questo periodo di spensieratezza che Apollinaire conosce Marie Laurencin, la pittrice con cui l’uomo intratterrà una lunga relazione. Intanto, nel 1913, viene pubblicata “Alcools”, la prima sconvolgente raccolta poetica dell’autore, destinata a fare molto rumore e a interrogare i lettori sulle nuove forme e i nuovi temi poetici.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Apollinaire si reca volontario al fronte. L’anno successivo rientra a Parigi poiché rimasto ferito alla testa e, ispirato, scrive “Les Mamelles de Tirésias”, un dramma dal sapore surrealista. Pochi anni dopo, nel 1918, il poeta concepisce e pubblica i “Calligrammes”, una raccolta sensazionale e innovativa che affascina sin da subito i contemporanei.
Guillaume Apollinaire muore pochissimo tempo dopo, il 9 novembre 1918, contagiato dall’influenza spagnola.

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