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“Ho dipinto la Pace” di Talil Sorek, la poesia-speranza per un futuro senza conflitti

Parlare di guerra significa urlare al bisogno di pace. Oggi riflettiamo su questo con una poesia molto emozionante.

Una poesia sulla pace per scongiurare la nascita di nuovi conflitti. Ciò che sta accadendo in Ucraina in queste ore ci fa capire quanto abbiamo bisogno di un dialogo tra popoli e Nazioni. La decisione del Presidente russo Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk ha velocizzato la crisi al confine con l’Ucraina, generando una serie di reazioni da parte degli altri Stati, America e paesi europei su tutti. E’ giusto, oggi come ogni giorno, ricordare quanto certe brutalità siano inaccettabili. Vivere tra il fuoco e la morte, come purtroppo succede in monti altri Paesi del mondo, è disumano. Ricordare, parlare, affrontare discorsi quali la guerra, i grandi conflitti geopolitici, il terrorismo, ecc, rende ancora più necessario un lavoro finalizzato alla fratellanza.

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Il bisogno di fratellanza nel mondo

Un’utopia? Forse. Ma tra il 2017 e 2018, ben 200.000 vite umane hanno perso la vita ingiustamente a causa della guerra. Così ACLED (Armed Conflict Location & Event Data), che analizza e raccoglie dati inerenti tutti i conflitti attualmente in corso nel mondo, sottolinea l’importanza di ricordare il fondamentale diritto alla vita che ognuno ha. Parlare di guerra significa urlare al bisogno di fratellanza. Si può gridare il bisogno di pace con le “armi” della cultura, dell’arte, della poesia. Oggi riflettiamo sull’importanza di non combattere l’uno contro l’altro e ribadiamo il “no alla guerra”, concetto che ogni cittadino civile dovrebbe fare proprio, con una poesia molto emozionante dal titolo “Ho dipinto la pace”.

Una poesia contro la guerra

La poesia è stata scritta da Talil Sorek, all’epoca giovane poetessa Israeliana non ancora maggiorenne, diventata famosa in tutto il mondo con questa poesia evocativa sul senso della fratellanza. La poesia fu scritta durante la guerra dello Yom Kippur, un conflitto armato combattuto dal 6 al 25 ottobre 1973 in cui furono coinvolti Egitto, Siria e Israele. Talil Sorek era una ragazza israeliana tredicenne quando ha scritto questa poesia che ha vinto un premio ed è diventata famosa in tutto il mondo. Attraverso un’immagine molto semplice, Talil ci fa riflettere su ciò che può significare questa parola in una zona come il Medio Oriente, teatro di molte terribili guerre. Un concetto che vale in Medio Oriente come in Ucraina e in tutte le altre terre dove ci sono purtroppo ancora conflitti tra popoli.

Dal testo della poesia emerge evincere l’orrore degli scontri, delle opposizioni e delle guerre che, da decenni, regna nell’area del Medio Oriente. Tali Sorek, attraverso i colori “molto freddi” evidenzia lo strazio provocato dalla guerra, mentre con i “colori brillanti, decisi e vivi” esprime il desiderio di una tregua che consenta la speranza di un sereno futuro. La poesia ha fatto il giro dei social e della rete, venendo recitata anche da personaggi della cultura come Alessandro Gassman.

 

Ho dipinto la pace

Avevo una scatola di colori
brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero
per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco
per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo
per la sabbia ardente,
ma avevo l’arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per i sogni e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.

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