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“Gesù Bambine nasce”, la poesia di Gabriele D’Annunzio che racconta la Natività

“Gesù Bambine nasce” è un dolce componimento in cui Gabriele D’Annunzio racconta la notte di Natale usando un genere particolare: la poesia vernacolare.

“Gesù Bambine nasce” è una bellissima poesia vernacolare in cui Gabriele D’Annunzio racconta il Natale e la nascita di Cristo. L’autore utilizza la lingua più umile che esista, il dialetto, come metafora ad indicare l’umiltà e la semplicità del luogo, una grotta, in cui nasce Gesù.

Gesù Bambine nasce di Gabriele D’Annunzio

Nche tanta puvertà!
Nen ha né panne, ni fasce,
Ni fuoche pe’ scalla!
La Madonna la remire
E San Giuseppe suspire,
“Tu ce sci nate al monne
Pe’ volecce salvà:
Faceme grann’allegrezze,
Ch’a è nate ‘ Redentore:
E’ ‘nu fiore de bellezze,
E’ ‘nu gra ‘ foche d’amore.”

Viènghene li pastore
Pè fagli grand’anore.”
La figlia de Sant’Anne
Pè noi lu sta prienne.
Lu bove e l’asinelle
Lu stanne a riscaldà.
Giuseppe vicchiarelle
De basce se lu vò magnà.
‘N ciele , oh che splendore!
Menete a faglie onore!

La scena della Natività in versi

Sin dal titolo, abbiamo l’impressione che questa poesia di Gabriele D’Annunzio sia proprio un “quadretto”, una rappresentazione del momento in cui nasce Cristo. Leggendo il breve componimento, ci assale la sensazione che il poeta stia davvero guardando la scena della Natività in una notte tersa che sa di santità, e che nei versi di “Gesù Bambine nasce” egli stia descrivendo con penna semplice e delicata ciò che vede.

La lingua vernacolare è una scelta stilistica molto interessante: D’Annunzio sceglie di raccontare un momento cruciale come quello della nascita di Cristo servendosi della lingua più umile che esista, il dialetto, quasi come a sottolineare l’essenza del Cristianesimo e la natura di questo bambino appena nato che, pur essendo il re del mondo, ne è l’abitante più semplice.

Gabriele D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo del 1863. È stato un influente scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista, militare nonché uomo politico del Novecento. Legato agli eventi della Prima Guerra Mondiale e simbolo del Decadentismo, Gabriele D’Annunzio è stato insignito nel 1924 del titolo di Principe di Montenevoso da Re Vittorio Emanuele III.

Studiò a Firenze presso il Liceo Cicognini e conseguì la licenza liceale, s’iscrisse alla facoltà di lettere di Roma. Poi, dal 1897 al 1903 si dedicò interamente alla produzione teatrale. Nel 1910 si trasferì in Francia, dove ebbe l’occasione di conoscere molti intellettuali suoi contemporanei e scrisse testi teatrali in francese. Nel 1925 D’Annunzio ritornò in Italia e partecipò alla Prima Guerra Mondiale come volontario. Nel 1920 proclamò la reggenza del Quarnaro. L’anno successivo, nel 1921, lasciò definitivamente la politica attiva e si stabilì sul Lago di Garda nella villa da lui chiamata il “Vittoriale degli italiani”. Nel 1924 Mussolini lo nominò principe di Montenevoso. Morì il 1° Marzo del 1938.

La produzione letteraria di Gabriele D’Annunzio ha costituito una pietra miliare della cultura di massa in Italia: le opere dell’autore hanno profondamente influenzato gli usi e i costumi dell’Italia del Novecento, tanto che più tardi, questo periodo della storia italiana è stato definito “Dannunzianesimo”.

 

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