Sei qui: Home » Poesie » “Filastrocca del mese di giugno”, la poesia di Gianni Rodari sulla pagella di fine anno

“Filastrocca del mese di giugno”, la poesia di Gianni Rodari sulla pagella di fine anno

Gianni Rodari con "Filastrocca del mese di giugno" dona un messaggio educativo di grande importanza. Non si è promossi per la "furbizia" ma per lo studio.

Filastrocca del mese di giugno di Gianni Rodari è la poesia dedicata al mese in cui finisce la scuola e apre le porte alle vacanze estive.

Per i bambini e per i ragazzi l’inizio di giugno segna l’attesa spasmodica che la scuola finisca e, allo steso tempo, l'”ansia da promozione” che per gli studenti segna i destini estivi.

Gianni Rodari come sempre ci dà una lezione da grande maestro, perché offre un tributo a quest’attimo molto importante per la vita di bambini e ragazzi. Se la pagella non ha buoni voti e si rischia la bocciatura non ci saranno regali e le vacanze saranno limitate.

Non solo, mette in evidenza un aspetto culturale che merita di essere sottolineato. La promozione non è fatta di espedienti, ma di studio e sacrificio. 

Ma leggiamo la Filastrocca del mese di giugno di Gianni Rodari per comprenderne il significato.

Filastrocca del mese di giugno di Gianni Rodari

Filastrocca del mese di giugno,
il contadino ha la falce in pugno:
mentre falcia l’erba e il grano
un temporale spia lontano.
Gli scolaretti sui banchi di scuola
hanno perso la parola:
apre il maestro le pagelle
e scrive i voti nelle caselle…
Signor maestro, per cortesia,
non scriva quel quattro sulla mia:
Quel cinque, poi, non ce lo metta
sennò ci perdo la bicicletta:
se non mi boccia, glielo prometto,
le lascio fare qualche giretto.

Gianni Rodari e la filastrocca sull'”ansia da promozione” 

In Filastrocca del mese di giugno, Gianni Rodari mette in scena il rito annuale dei voti o giudizi di fine anno che per gli studenti segna le sorti delle vacanze estive. Quindi, una poesia dedicata al mese di giugno, con uno sguardo ai più piccoli e ai ragazzi.

Il Maestro d’Italia inizia la filastrocca facendoci vivere l’arrivo di giugno. Come stesse girando un film la prima inquadratura di Rodari va fuori dalla finestra di una scuola.

Protagonista di questa scena è “il contadino che ha la falce in pugno: mentre falcia l’erba e il grano” e, allo stesso tempo, come sempre accade nel mese di giugno, si sente in lontananza il tuono che annuncia il temporale.

Giugno quindi trova rappresentazione immediata attraverso l’immagine tipica dei campi con i contadini in piena operosità e il fattore meteo, dove i temporali annunciano l’arrivo dell’estate.

Finisce la scuola e arriva la pagella

Gianni Rodari, come un grande regista, dal quinto verso della poesia, sembra girare la “cinepresa” e fa entrare i veri protagonisti del componimento: “gli scolaretti”.

Siamo dentro una classe. La tipica vivacità degli alunni svanisce sembra essere svanita: “gli studenti hanno perso la parola”. È arrivato il momento in cui l’insegnante prepara la pagella di fine anno.

Chi non ha vissuto questo momento? Per mesi gli scolari si sono lasciati andare ad ogni forma di libertà e adesso la loro promozione e quindi vacanze e regali dipendono dalla scelta di quell’insegnate.

Lo stesso che per mesi magari hanno deriso, preso in giro, non scontato. Ma, adesso è l’insegnate che ha le “carte in mano”.

L’arroganza e la presunzione degli studenti sembrano sparire. Non solo, leggendo la poesia diventano morbosamente servili. Sarebbero disposti a tutto per evitare “quel quattro o quel cinque” e quindi la bocciatura.

Si è promossi per lo studio non perché si è furbi

Uno degli “scolaretti” allora con fare deciso si fa portavoce dell’intera classe. Prega l’insegnante di evitare i brutti voti (o giudizi negativi). Se l’insegnante giudicherà negativamente il ragazzo non avrà la sua tanto desiderata  bicicletta.

E allora, con l’innocenza di chi non si sta rendendo conto vuole “comprare il maestro, proponendogli qualcosa in cambio: la possibilità di poter fare i giretti con la sua bici.

Gianni Rodari è davvero geniale. In una filastrocca così simpatica e originale il grande poeta offre un messaggio educativo di grande rilievo. Quell’insegnante non sarà mai interessato al giro in bici, quindi sarebbe meglio pensarci prima e studiare.

Ma, c’è un altro aspetto tipico della nostra cultura che va evidenziato. Il ragazzino con la sua “innocenza” e senza saperlo sta corrompendo il suo maestro.

Questa “furbizia” gli arriva naturalmente dall’ambiente culturale in cui vive. Per lui è normale e lo fa con innocenza cercare di convincere il maestro a mettere un bel voto in cambio di un favore.  

I bambini e i ragazzi invece dovrebbero imparare una cosa diversa. Non si può ottenere nulla in cambio di un favore, ma serve sacrificio e volontà per raggiungere i risultati nella vita.

Ecco perché, riteniamo Rodari un grande genio rivoluzionario. Anche con questa filastrocca ha saputo evidenziare un aspetto fondamentale per l’educazione e la formazione culturale dei bambini e dei ragazzi. 

Il maestro non potrà mai accettare “il dono” dell’alunno. Quindi, la prossima volta è meglio studiare. Solo con la furbizia non si va molto lontano. Bisogna impegnarsi e soprattutto credere nell’onestà.

© Riproduzione Riservata