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“Febbraio” di Margaret Atwood una poesia sul mal d’amore

Scopri i versi di "Febbraio" di Maragaret Atwood un monito a gestire le pulsioni sessuali e indirizzarle alla gioia e alla felicità

Febbraio di Margaret Atwood è un a poesia che riesce a miscelare passione, solitudine, mancanza, separazione. 

Una poesia poco nota in Italia, che vogliamo o condividere per la profondità dei temi che Margaret Atwood affronta con un linguaggio contemporaneo e metaforico. 

Per Margaret Atwood il mese di febbraio rappresenta un momento di riflessione e di passaggio. 

Il mese più corto dell’anno coincide anche con San Valentino, la festa dell’amore per eccellenza, ma, segna anche il momento più “freddo” dell’inverno che apre le porte all’arrivo della tanto attesa primavera. 

Il senso che offre Margaret Atwood e che l’amore, la passione, il sesso sono la principale causa della sofferenza e della violenza degli umani. 

Bisogna saper andare oltre ed imparare tutti che l’egoismo e il cinismo devono lasciare spazio alla condivisione, alla gioia e al benessere.

La poesia è tratta dalla raccolta Morning in the Burned House del 1995 edita da Houghton Mifflin Company. 

Ma, immergiamoci nella camera da letto dell’autrice e condividiamo con lei la profondità del poema. 

Febbraio di Margaret Atwood

Inverno. È tempo di mangiare grassi
e guardare l’hockey. Nelle mattine di stagno, il gatto,
una salsiccia di pelo nero con gli occhi gialli
occhi da Houdini, salta sul letto e cerca di
di salire sulla mia testa. È il suo
modo per capire se sono morta o meno.
Se non lo sono, vuole essere accarezzato; se lo sono,
penserà a qualcosa. Si posa
sul mio petto, inalo il suo respiro
di carne rigurgitata e divani ammuffiti,
fa le fusa come una Washboard. Un altro gatto,
non ancora castrato, ha spruzzato la nostra porta d’ingresso,
dichiarando guerra. È una questione di sesso e di territorio,
che sono quelli che ci finiranno
a lungo andare. Alcuni proprietari di gatti qui intorno
dovrebbero tagliare qualche testicolo. Se noi saggi
ominidi fossimo ragionevoli, lo faremmo anche noi,
o mangeremmo i nostri piccoli, come gli squali.
Ma è l’amore che ci frega. Ancora e ancora
ancora, spara, fa centro! e la fame
si accovaccia tra le lenzuola, tendendo un’imboscata al piumino che pulsa
e il coefficiente di congelamento del vento raggiunge i
trenta sotto zero, e l’inquinamento si riversa
dai nostri camini per tenerci al caldo.
Febbraio, mese della disperazione,
con un cuore infilzato al centro.
Faccio pensieri terribili e desidero patatine fritte
con una spruzzata di aceto.
Gatto, basta con i tuoi avidi piagnistei
e del tuo piccolo buco di culo rosa.
Via dalla mia faccia! Sei il principio della vita,
più o meno, quindi datti da fare
un po’ di ottimismo da queste parti.
Sbarazzati della morte. Festeggia per la crescita. Fai in modo che sia primavera.

Il significato di Febbraio

“Febbraio”, secondo Margaret Atwood, è l’inverno, il freddo, la solitudine. 

Non resta che mangiare schifezze e guardare una partita di hockey (sport molto seguito in Canada, stato di Margaret Atwood). 

Non c’è la compagnia di un cuore con cui condividere l’intenso freddo tipico dei paesi del Nord. 

C’è solo il gatto a fare compagnia all’autrice, “una salsiccia di pelo nero con gli occhi gialli, occhi da Houdini”.  L’animale metaforicamente rappresenta la passione amorosa, l’egoismo, l’indifferenza tipica dell’umanità.

Il gatto rimane accanto all’autrice solo perché vuole, pretende le sue coccole e perché lei è ancora viva, le offre ciò che cerca. Altrimenti sarebbe già andato via lasciandola marcire nel suo letto.

Il desiderio sessuale genera lotta, violenza contrapposizione 

Un altro gatto,
non ancora castrato, ha spruzzato la nostra porta d’ingresso,
dichiarando guerra. È una questione di sesso e di territorio,
che sono quelli che ci finiranno
a lungo andare. 

In questi versi si esprime, attraverso la metafora del gatto non castrato, tutta la debolezza dei rapporti umani. A guidare le persone, le relazioni sono gli istinti più repressi.

Il sesso è l’unico interesse che può generare una relazione e allo stesso tempo l’eros è la causa delle contrapposizioni più forti. 

Sesso e territorio, ovvero possesso, sono l’essenza della violenza e della guerra degli umani.

Alcuni proprietari di gatti qui intorno
dovrebbero tagliare qualche testicolo. Se noi saggi
ominidi fossimo ragionevoli, lo faremmo anche noi,
o mangeremmo i nostri piccoli, come gli squali.

La castrazione dei gatti da parte dei proprietari è la metafora del controllo degli istinti che tutti ci dovremmo imporre per evitare di fare danni. 

La violenza sembra assurdo nasce dalla passione e dall’esigenza sessuale. 

L’amore crea sofferenza, se non utilizzato nel modo giusto

Ma è l’amore che ci frega. Ancora e ancora
ancora, spara, fa centro! e la fame
si accovaccia tra le lenzuola, tendendo un’imboscata al piumino che pulsa
e il coefficiente di congelamento del vento raggiunge i
trenta sotto zero, e l’inquinamento si riversa
dai nostri camini per tenerci al caldo.

In questa strofa, Margaret Atwood tende a sottolineare che è proprio l’amore a donarci solitudine e a generare sofferenza, disperazione. 

Poi, più avanti scorrendo la poesia, l’autrice fa capire che è il tempo di finirla con i piagnistei, quel gatto va allontanato, ovvero la passione non deve essere causa di malessere. 

La passione dovrebbe diventare il principio stesso della vita e offrire solo ottimismo.

L’inferno e il freddo di febbraio devono lasciare il posto alla primavera, per poter godere del vero senso dell’amore e della passione, ovvero gioia e felicità. 

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